“L’Italia – si legge nel paragrafo sul pluralismo dei media e la libertà di stampa del rapporto – dispone di un solido quadro legislativo per regolamentare il settore dei media, che garantisce l’efficace funzionamento di un regolatore dei media indipendente (l’Agcom, ndr) e dotato di risorse adeguate. Esistono regole volte a garantire che i media del servizio pubblico forniscano informazioni indipendenti e pluralistiche, anche se le parti interessate denunciano sfide persistenti legate all’efficacia della loro governance e del sistema di finanziamento”. “Il governo – riferisce la Commissione nel capitolo riguardo all’Italia – ha adottato ulteriori misure al fine di razionalizzare il sostegno finanziario al settore dei media, anche se le parti interessate hanno sottolineato la necessità di azioni più efficaci. Le iniziative legislative che regolano la possibilità per i giornalisti e i giornali di avere accesso a determinati documenti giudiziari e contenuti di intercettazioni telefoniche, e di pubblicarli, sono state accolte con critiche da parte dei portatori di interessi dei media”. Un altro punto negativo è che “non si registrano novità rispetto alle norme sulla trasparenza della proprietà dei media. Secondo la normativa vigente in materia, tutti gli organi di stampa, radiofonici e audiovisivi, nonché i motori di ricerca e i servizi di intermediazione online sono tenuti a iscriversi al Registro degli Operatori di Comunicazione (Roc), gestito dall’Agcom, e a divulgare informazioni sui loro assetti proprietari”. La Commissione ricorda che “secondo la legislazione italiana, l’Agcom è competente per la valutazione delle concentrazioni del mercato dei media e può adottare misure per fermare quelle concentrazioni che potrebbero comportare la formazione di posizioni di significativo potere di mercato che sono dannose per il pluralismo dei media. In questo contesto, l’Agcom ha predisposto un insieme di linee guida, attualmente in fase di
consultazione pubblica, sulla metodologia e sui criteri da prendere in considerazione per la valutazione di posizioni di significativo potere di mercato dannose per il pluralismo dei media”. Sempre nel settore dei media in Italia, la Commissione è particolarmente critica riguardo alla protezione dei giornalisti. “Nonostante le norme mirate sulla protezione dei giornalisti dalle minacce, la situazione relativa alla loro sicurezza e alle condizioni di lavoro, nonché il numero crescente di casi di azioni legali strategiche tese a bloccare partecipazione pubblica (Slapp) rimangono un problema.
Non ci sono stati sviluppi di rilievo – lamenta l’Esecutivo Ue – sulla proposta di riforma del regime di diffamazione sulla stampa, e anche questo solleva preoccupazioni”. Il rapporto della Commissione menziona a questo unto la riforma del premierato. “Il governo ha presentato al Parlamento un progetto di riforma costituzionale con l’obiettivo di garantire maggiore stabilità di governo”. La Commissione nota che “con questa riforma non sarebbe più possibile per il Presidente della Repubblica trovare una maggioranza alternativa e/o nominare come primo ministro una persona esterna al Parlamento. Alcuni portatori di interessi hanno espresso preoccupazione per le modifiche proposte all’attuale sistema di pesi e contrappesi istituzionali, nonché dubbi sulla possibilità che ciò possa apportare maggiore stabilità”. L’Esecutivo comunitario rileva poi che “l’uso eccessivo dei decreti di emergenza da parte del governo è stato segnalato come fonte di preoccupazione”. Nell’attuale legislatura, dall’ottobre 2022, “il governo ha adottato 59 decreti legge; di questi, 51 sono state convertite in legge, mentre sette non lo sono stati, ma il loro contenuto è stato inserito in altre leggi. Ciò corrisponde a circa il 50% delle leggi adottate dal Parlamento. Il ricorso frequente ai decreti legge da parte dei governi potrebbe incidere – sottolinea la Commissione – sull’equilibrio dei poteri tra il governo (come potere esecutivo) e il Parlamento (come potere legislativo)”. Infine, il rapporto lamenta che in Italia “non sono stati compiuti ulteriori progressi verso la creazione di un’istituzione nazionale per i diritti umani”, come previsto dai “Princìpi di Parigi” delle Nazioni Unite, e “permangono sfide per quanto riguarda lo spazio civico, anche alla luce delle segnalazioni di attacchi verbali contro organizzazioni coinvolte in attività umanitarie” e di “episodi di violenza contro i manifestanti da parte della polizia”. Riguardo a quest’ultimo rilievo, la Commissione a riferimento specificamente agli attacchi della polizia contro gli studenti nelle manifestazioni di Firenze e Pisa del 23 febbraio scorso e a Roma il 22 dicembre 2023. Bene digitalizzazione della Giustizia, perplessità su diverse riforme
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