Il fatto che l’aeroporto di Milano-Malpensa sia dedicato a Silvio Berlusconi mi rende felice e orgoglioso di essere milanese. E’ un giusto tributo ad uno dei grandi protagonisti della storia d’Italia e non solo.
Mi piacerebbe vivere in un paese di memoria condivisa, nel quale una grande figura fosse rispettata, almeno post-mortem, anche dagli avversari politici. Così non è, purtroppo. Si tenta anzi, con poco successo, di far crescere una polemica anche su questo. Una polemica comunque destinata ad esaurirsi in fretta per la sua futilità.
Però mi colpisce uno degli argomenti portati più spesso dalla sinistra (lascio da parte quelli beceri e volgari di Travaglio e dei suoi simili, che non meritano commenti): molti esponenti della sinistra affermano che dedicare l’aeroporto a Berlusconi non sarebbe appropriato perché Berlusconi è stato un personaggio “divisivo”.
Se questo fosse il criterio, nessun aeroporto dovrebbe essere dedicato ad uno statista. Tutti i leader politici in democrazia hanno “diviso”, hanno avuto oppositori anche feroci.
– L’aeroporto di Washington è dedicato a Ronald Reagan, questo non significa che tutti gli americano fossero reaganiani (e Washington Dc è da sempre amministrata dai democratici).
– L’aeroporto di Parigi è dedicato al Generale De Gaulle, ma non tutti i francesi erano gollisti (non lo erano i reduci di Vichy, non lo erano Mitterand e i comunisti, non lo erano i protagonisti del “maggio francese”).
– L’aeroporto di Monaco di Baviera è dedicato a Franz Josef Strauß, storico leader della CSU e Ministerpräsident della Baviera, ma non tutti i bavaresi ovviamente sono della CSU (storicamente minoranza al Comune di Monaco, come lo è il centro-destra al Comune di Milano).
– L’aeroporto di Tel Aviv è dedicato a David Ben Gurion, ma non tutti gli israeliani erano Laburisti o sostenitori del MAPAI.
Vado a memoria, ma potrei continuare a lungo.
Ma tutte queste figure, profondamente divisive, oggetto di passioni violente, capaci di suscitare amore e odio da vivi, hanno in comune di aver cambiato la storia dei loro paesi. Proprio come, piaccia o no, ha fatto Silvio Berlusconi.
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