Case popolari Isola

L’Isola che non c’è (più)

Milano

Quartiere Isola: grande opportunità o deserto gentrificato? Una premessa, il termine gentrificazione mi crea profonde gastriti. Significa che una zona degradata è stata risanata e ora è nuovamente attrattiva. Questo porta dei vantaggi, decisamente consistenti e qualche problema. È inevitabile, fa proprio parte della vita umana. Bene, alcuni di questi disagi sono interamente create dalle scelte delle amministrazioni cittadine e quindi possono, per fortuna, essere corrette.

“Sa cos’è che mi fa arrabbiare più di tutto?” mi comunica con voce decisa una delle abitanti delle case popolari gestite da MM del comitato Isola Milano Futura “che ci chiamino approfittatori. Solo per aver chiesto quello che a tantissimi altri è stato concesso e pur avendolo fatto nel 2004 con richiesta protocollata e acquisita dal Comune, in tempi non sospetti quindi: divenire proprietari delle case in cui viviamo. Volevamo un cambio di paradigma, essere padroni a casa nostra, curarla, ridurre la morosità. In venti anni non ci ha risposto nessuno”.

Ecco, questa, ad esempio è una scelta del Comune che potrebbe essere risolta facilmente. Basterebbe concedere ai residenti questa possibilità. Ma pare una cosa complessa.

“Lo è certamente, visto il valore immobiliare di questa zona” ci spiega Fabrizio De Pasquale di Futuro Milano. “Qui hanno preso residenza in molti decisamente benestanti, portando i valori immobiliari a livelli da Via Montenapoleone. Il problema è che un quartiere vitale e vivo della Milano popolare e operaia è stato distrutto. Altro che gentrificazione, qui mancano persino i negozi di vicinato. Forse è l’esempio più tangibile di cosa si intenda con assenza di prospettiva urbanistica: qui il problema più che i grattaceli sono i mancati lavori nelle case popolari, le scelte viabilistiche, anche qui c’è la solita, immancabile, ZTL e tutto ciò che attorno gira. Per questo mi schiero con i residenti delle case popolari. È il primo caso in cui al degrado si è sostituito altro degrado,vestita da movida selvaggia fatta venditori abusivi e spacciatori con l’aggravante della mancanza di un piano di ristrutturazione delle case serio e sostenibile”.

Per questo i residenti e i comitati inquilini ieri sera hanno organizzato un aperitivo pubblico per stampa e simpatizzanti: la loro storia non può e non deve essere ignorata.

“I nostri vicini di condominio sono fantasmi facoltosi: non si sa chi siano, da dove vengano e con che soldi comprino. Si sa solo che stanno soffocando l’intero rione e spingendo il Comune a pensieri malsani, come ad esempio mettere a reddito qualcosa, come le case popolari, che dovrebbero rispondere a un bisogno sociale. Non dovrebbero servire alla città per fare cassa” mi dice un altro membro del comitato.

“E soprattutto la finissero di dirci che lo fanno per il nostro bene: lo stanno facendo solo per il bene loro e di chi comprerà questi condomini a due soldi facendoci sopra profitti folli”. Questo non lo ha detto nessuno, ma lo ha pensato il 90% dei presenti. Non sono un paragnosta, ma vi assicuro che nell’atmosfera di una fresca serata primaverile il clima era precisamente questo. Ma ci torneremo. I comitati dell’Isola non si arrendono e noi non li abbandoneremo.

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