Donne nel recinto a fine Ramadan

Ramadan “festa dei maschi”, donne chiuse in un recinto

Attualità

Vorrei raccontarti una fiaba, cara musulmana prigioniera in un recinto nel giorno della fine del Ramadan. Giorno di festa per i maschi che non puoi neppure guardare, inginocchiati a pregare, tu che non puoi professare pubblicamente perché essere inferiore. Fine Ramadan CentocelleUn enorme recinto da pollaio, con un alto telo e un vestito invisibile di indegnità, fino a quando fa comodo a loro, l’urlo di libertà strozzato in gola da anni di sudditanza, il capo chino di resa perché così è e sembra immutabile.

Ma la fiaba che voglio raccontare è la volontà dei popoli liberi che scrivono con forza e trasporto il diritto alla libertà e all’uguaglianza. Sono tanti, anzi tantissimi con una voce che non si stanca, con il fremito della giustizia sociale. Ricordi? Forse no, ma il grande Paul Éluard cantava in versi invocando la libertà:

…Su le piane e l’orizzonte
Su le ali degli uccelli
E il mulino delle ombre
Scrivo il tuo nome…

“Una festa che esclude le donne chiuse in un recinto”: così il vicepresidente della Camera dei deputati nonché esponente di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli, ha definito la fine del Ramadan, depositando anche un’interrogazione al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. “Ci risiamo – ha dichiarato a Libero -. Ecco le immagini della giornata conclusiva del Ramadan, la festa che interrompe il digiuno per i fedeli dell’Islam, provenienti da Roma, quartiere Centocelle”.

Rampelli ha subito sottolineato un aspetto: “Gli uomini si inginocchiano e pregano Allah, è giusto, ognuno dei circa due milioni di musulmani residenti in Italia ha il pieno diritto di farlo, anche pubblicamente. Le donne invece sono rinchiuse in un recinto e discriminate, non possono pregare, ma neppure guardare gli uomini chini verso la Mecca. Infatti una rete da pollaio con telo oscurante impedisce loro di guardare nel settore dei fedeli in preghiera perché sono ‘esseri inferiori’ e non devono avere accesso né diretto né indiretto alla fede”.

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