Buon lunedì amici lettori, una domenica che parte con fuochi d’artificio a Cagliari, dove la squadra di casa scoperchia il “sepolcro” di un passivo di 3 gol e riemerge a difendere l’orgoglio sardo (del suo pubblico più che dei giocatori), finendo per mettere a segno una delle più clamorose rimonte degli ultimi anni. Dallo sconforto di una pesante disfatta all’incontenibile euforia di un successo che, fino a un quarto d’ora dal termine, sembrava più una chimera che una possibilità reale. Invece il calcio ha ancora una volta dimostrato che di impossibile c’è molto meno di quanto si pensi, sia in campo che sulle tribune. E così ecco che il Frosinone, dopo aver messo nella teca quella preziosa reliquia, la vede squagliarsi in una manciata di minuti come il sangue di S.Gennaro in una ricorrenza annuale. Ma a differenza di quel miracolo, quello del Cagliari ha molto meno di mistico e molto più di pratico, togliendo malumori e depressioni sia a Ranieri che al pubblico, già rassegnato ad una nuova debacle poi scacciata con la forza e la volontà di non piangersi addosso. Questa la sequenza di un burrascoso temporale, squarciato da una quaterna di colpi di sole isolano: ciociari avanti di 3 reti dopo la doppietta di Soulé e la rete di Brescianini al 49′. Ranieri fa un triplo cambio al 64′, si gioca il tutto per tutto e i sardi, che avevano sbagliato un rigore con Mancosu al 31′, iniziano a segnare dal 72′: gol di Oristanio, Makoumbou e doppio Pavoletti: 4-3! Match che fa da spot all’imprevedibilità del calcio e che scrive un’altra pagina di storia indelebile nella storia di Claudio Ranieri in questo sport. La prima vittoria in questo campionato dei “4 mori”, che li porta a 6 punti. Rimpianti a non finire per l’ex di turno Di Francesco che, dopo essere stato a lungo, durante l’incontro, all’ottavo posto, resta a quota 12.
Pari (1-1) all’U-Power Stadium tra Monza e Udinese. A segno Colpani e Lucca. Per i ragazzi di Palladino, dopo il KO di Roma, è un punto importante, perché permette di riprendere immediatamente la marcia e mettere insieme il sesto risultato utile nelle ultime sette, oltre a proteggere il fortino di casa, ancora imbattuto quest’anno. Ora i lombardi sono al 10° posto con 13 punti. Per l’Udinese, invece, alla prima con mister Cioffi, è una partita che può segnare la svolta: nonostante siano ancora senza vittoria (manca in campionato dall’8 maggio 2023), i friulani hanno tenuto testa a una delle squadre più belle e ambiziose della Serie A. La classifica dice 18° posto 7 punti, ma i bianconeri sembrano aver invertito la rotta.

A S.Siro scontro tra Lukaku e tifoseria interista “tradita”, ma in secondo piano perché l’Inter per tutto il primo tempo ha sovrastato costantemente la Roma, creando numerose occasioni, tra cui una clamorosa con una traversa piena di Calhanoglu a portiere battuto, e altre salvate da autentiche prodezze di Rui Patricio. Fischio d’inizio e fischi ad un certo indirizzo: tutti per l’ex idolo di S.Siro, approdato alla corte di Mourinho dopo le note burrascose vicende estive e le porte in faccia chiuse dall’Inter, non ha quasi mai avuto occasione di intraprendere iniziative, vedendo pochissime palle per via dell’impeccabile controllo di Acerbi, sempre in anticipo sul belga. Alla fine dei primi 45′, zero tiri della Roma contro 6 dell’Inter, e possesso palla corposo dei nerazzurri. Ora la copertina è tutta del nuovo 9 nerazzurro: Marcus Thuram segna all’81’ e regala tre punti pesantissimi alla formazione di Inzaghi, che torna così in vetta alla classifica dopo il momentaneo sorpasso della Juventus. Una stoccata del francese, su assist di Dimarco, risolve una partita che l’Inter faticava a sbloccare: soprattutto nel primo tempo, i nerazzurri creano tanto senza concretizzare. Roma timida e mai pericolosa in ripartenza, nella ripresa aumenta la tensione, fioccano i gialli e gli ospiti finalmente si fanno vedere: ci vuole un super Sommer contro un colpo di testa di Cristante. La partita si sporca e l’Inter, con un lampo, colpisce. Nerazzurri ora a 25 punti, Roma ferma a 14.

Chiude la serata il big match del Maradona tra Napoli e Milan. E i rossoneri sembrano imitare l’Inter nei derby, godendo di una psicosi napoletana che da qualche tempo imprigiona gli uomini di Garcia al cospetto di quelli di Pioli. Almeno, questo è quanto è apparso nei primi 45′, poi la ripresa è partita che cambia faccia e tende a somigliare più a quella che a Cagliari ha visto un ribaltamento totale e clamoroso. Non completa infatti il Napoli una impresa che, ad un certo punto, appariva possibile avendo avuto la forza fisica e mentale per recuperare due gol ad un Milan fino a poco prima superiore. La partenza era in effetti scoraggiante per gli azzurri, incapaci di contrastare uno degli ultimi “immortali” del calcio degli anni 2000, tale Giroud, autore di una doppietta nell’arco di una decina scarsa di minuti, dal 22′ al 31′. Poteva essere una mazzata fatale per un Napoli che sembrava avere nelle gambe e, prima ancora nella testa, l’ossido della mortificante sconfitta del campionato scorso, quel 4-0 bruciante e inaspettato a dispetto poi della conquista del titolo. Invece, un tempo a testa, un punto a testa e finisce 2-2, un pareggio elettrico, pieno di cose da raccontare e, alla fine, poco utile per entrambe. Come detto, primo tempo a tinte rossonere: per due volte Giroud beffa di testa la difesa di casa e Meret, dando l’impressione di una nuova vittoria agevole, proprio come nello scorso campionato. Ma il big match cambia dopo l’intervallo: Politano accorcia con un gran gol su azione personale, e Raspadori pareggia su punizione, in entrambi i casi con la complicità di Maignan. Espulso nel finale Natan per doppia ammonizione, ma non è che uno dei mille e mille episodi di una partita costantemente vibrante e piena di palle gol: le ultime nel recupero, mancate da una parte da Calabria e dall’altra da Khvaratskhelia. Se il Milan recrimina per due punti buttati, il Napoli tira un sospiro di sollievo per un ko evitato. Ma a sorridere davvero è l’Inter capolista, che sale a +3 sui rossoneri e a +7 sui partenopei.
E’ tutto per la domenica, oggi nel pomeriggio e in serata la conclusione della decima giornata con i match tra Empoli e Atalanta, seguito da Lazio–Fiorentina, domani i relativi cenni di cronaca. Campionato che riprende con l’11a giornata venerdì 3 novembre, anticipo tra Bologna e Lazio.
