Il momento è senz’altro difficile e la situazione immobiliare a Milano richiede una profonda riflessione e la presa d’atto che non si possono più procrastinare interventi importanti per andare incontro alle difficoltà del ceto medio.
In un’intervista al Giornale, Regina De Albertis, prima presidente donna di Assimpredil Ance (Milano Lodi Monza e Brianza) non nasconde le proprie preoccupazioni e parla di quelle che ritiene essere proposte costruttive, anche per il nuovo Pgt, per far si che Milano ritorni ad essere un modello, guida per l’intero paese:
– “II costo della vita e degli affitti è esploso, Milano rischia di perdere il ceto medio?
«Il momento è di grande difficoltà, Milano è sempre stata considerata la città sogno per l’italiano, lavoratori, giovani studenti, coppie appena sposate venivano per lavorare sperando di costruire il loro futuro ma questo modello sta rischiando di venire meno, sta perdendo attrattività. Come avete scritto di recente, infermieri e professori vogliono tornare nei loro paesi d’origine perchè il costo della vita è inferiore».
E il settore delle costruzioni in che situazione si trova?
«Critica, nell’ultimo anno e mezzo i costi di costruzione sono saliti di circa il 30%, il caro materie prime sta iniziando a calare ma non si riscontra la stessa discesa nei prodotti finiti a semilavorati, i tassi di inflazione restano alti e i tassi di interesse si sono alzati in pochi mesi dallo zero al 4,5%».
Cosa si può invertire la rotta, favorire case a prezzi ragionevoli ed evitare che Milano diventi una citta solo per ricchi?
«Come associazione stiamo cercando di lavorare con il Comune, manca una risposta alla domanda di edilizia convenzionata, alloggi a 3mila euro al mq per la classe media, bisogna lavorare congiuntamente pubblico e privato. Proprio in questa momento si stanno rivedendo Ie regole del Piano di governo del territorio. Ecco, deve essere scritto insieme, noi come imprenditori siamo disposti a mettere alla luce i nostri piani finanziari per far percepire che il nostro obiettivo è si avere un profitto per le nostre aziende e lavoratori, ma vogliamo realizzare quei servizi e le infrastrutture necessarie per la società».
Come?
«Per farlo bisogna prevedere nel Pgt incentivi volumetrici, sgravi sugli oneri, bisogna mettere a sistema delle regale che permettano effettivamente all’operatore di fare quello che serve alla città».
II dialogo con il sindaco è aperto? «E’ assolutamente in corso. Quello che speriamo è che si trasformi in effettive regole che possano poi funzionare. II nuovo Pgt sarà elaborato entro il 2024, bisogna fare un lavoro veramente assiduo. Abbiamo una grande opportunità per far si che Milano ridiventi un modello, fanalino guida per il Paese. L’unico modo per farlo e lavorare insieme».
Ance, come tante altre categorie produttive ha protestato in questi mesi per la stretta in Area B e C. «Abbiamo chiesto spesso delle proroghe non perché l’ambiente non sia anche per noi al primo posta, spesso i costruttori sono considerati gli antagonisti mentre siamo i principali attori verso la transizione ecologica, siamo noi che qualifichiamo gli edifici, bonifichiamo i suoli, realizziamo infrastrutture più efficienti. Ma tutte le case vanno fatte con gradualità, se in questo momento la situazione congiunturale è drammatica e si rischia uno stallo totale, bisogna puntare a fare le case con tempi ragionevoli e praticabili. Non possiamo morire di sostenibilità ambientale».
La «protesta delle tende» ha messo in luce il problema del caro affitti per glistudenti, come si possono costruire più studentati e prezzi convenzionati davvero convenienti?
«Anche qui, ci sono regole che si possono modificare anche a livello locale, e il Comune nel Pgt pub porre le
condizioni affinchèI’operatore possa contribuire. Un piccolo esempio sul tema studentati? Per avere campus a prezzi meno elevati basta togliere l’obbligo di realizzare parcheggi interrati, gli studenti non si trasferiscono a Milano con la macchina. E’ una modifica che a livello locale si potrebbe fare. E il Comune può dare incentivi volumetrici, sgravi a riduzione degli oneri di urbanizzazione. Siamo tutti attori che giocano la stessa partita».
Eppure, specie a sinistra, si fa fatica a vedere il mondo dei costruttori come un alleato.
«Stiamo lavorando tanto su questa, I’eccezione del nostro settore è spesso molto negativa, siamo considerati palazzinari, cementificatori, quelli che hanno in mente solo il profitto. Invece oltre a dare uno slancio al Pil
del Paese riusciamo a dare un contributo alla sostenibilità ambientale e sociale».
Nei cantieri edili a Milano mancano 5mila lavoratori? «Abbiamo una fortissima difficoltà a reperire manodopera e abbiamo davanti grandi partite come Pnrr e Olimpiadi. Stiamo lavorando a partire dalle scuole medie per ridare attrattività al nostro settore, cerchiamo di aumentare i flussi e formare immigrati anche nei Paesi d’ origine. II 60% del personale è già straniero».
II sindaco Sala ha nominato I’ex capo della polizia Gabrielli delegato alla sicurezza, serviva una svolta?
«E’ un buon segno e speriamo porti dei frutti positivi. Probabilmente si e reso conto che la problematica era più importante di quanta avesse coscienza prima».
Rimbalza spesso il suo nome come possibile candidato del centrodestra alle prossime Comunali, c’è del vero? «Diciamo che ci sono ancora parecchi anni davanti, Sala sarà sindaco fino al 2027. Di tempo e strada davanti a noi ce n’è ancora tanta, poi si vedrà quello che succederà».
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