Il ricordo di Carlo Saronio con una targa in Corso Venezia 30

Cronaca

Erede di una famiglia di imprenditori, un giovane ricco che conosce e frequenta i militanti di Potere Operaio e tra loro incontra l’amico che lo tradirà. Carlo Saronio, ingegnere chimico e ricercatore dell’Istituto Mario Negri è figlio di Piero Saronio industriale e proprietario di alcuni stabilimenti specializzati nella produzione di coloranti. La sua è una delle famiglie più facoltose di Milano.

Carlo Saronio

Abita in un palazzo signorile in Corso Venezia, al civico 30. Il pomeriggio del 14 aprile 1975 Carlo esce dal portone di casa e viene aggredito, immobilizzato e caricato su un’auto: è un rapimento voluto da membri appartenenti all’autonomia operaria per estorcere denaro alla sua famiglia. Tra gli esecutori, aiutato da uomini della malavita comune, c’è anche Carlo Fioroni, l’amico che aveva conosciuto ai tempi di Potere Operaio, militante della sinistra extraparlamentare. Il rapimento quella stessa sera finisce in tragedia. La dose di cloroformio usata per addormentare Carlo è eccessiva e lo uccide. I rapitori decidono di chiedere comunque il riscatto alla famiglia che ne paga una prima parte credendo che il giovane sia vivo. Ma nemmeno il suo corpo sarà mai restituito. Sarà ritrovato solo tre anni dopo nel greto di un fosso su indicazione di uno degli uomini pagati per rapirlo. Da allora Carlo riposa nella tomba di famiglia al Cimitero Monumentale.

 Il Comune, nell’ambito del progetto Milano è Memoria, ha accolto la richiesta della famiglia Saronio e, in particolare, del nipote padre Piero Masolo, sacerdote missionario in Algeria, di ricordare Carlo apponendo una targa sul muro dell’edificio al civico 30. Oggi il palazzo ospita il quartier generale di Tod’s.  Ieri, 48 anni dopo il rapimento e la morte, alle ore 10 la targa è stata svelata alla presenza di Mara Saronio, figlia di Carlo, il nipote padre Pietro Masolo, Marta Cartabia, Presidente emerito della Corte Costituzionale e monsignor Franco Agnesi, vicario generale dell’Arcidiocesi di Milano. In omaggio alla figura di Carlo Saronio, nel pomeriggio alle ore 17, in Sala Alessi a Palazzo Marino, si è tenuta la conferenza “Ricreare Radici. Carlo Saronio, una storia di famiglia”. L’incontro, aperto al pubblico è stato moderato dal giornalista e scrittore Mario Calabresi, autore del libro “Quello che non ti dicono” in cui è ricostruita la vicenda del giovane ingegnere ucciso. Vi hanno partecipato: i rappresentanti dell’Amministrazione, monsignor Mario Delpini, Arcivescovo di Milano, Agnese Moro, figlia di Aldo Moro, Manlio Milani, Presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime di Piazza della Loggia e padre Piero Masolo, nipote di Carlo e Presidente Onorario della Fondazione Darefrutto. Le iniziative sono state realizzate grazie alla collaborazione della Fondazione Darefrutto.

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