A ben vedere, a Milano erano due osservazioni già emerse 5 anni fa, ma oggi poggiano entrambe su numeri ben più consistenti: quando due osservazioni si ripetono più intensamente a distanza di 5 anni, allora, non si può che parlare di tendenza in consolidamento.
20 anni di cammino
La geografia politica del capoluogo lombardo negli ultimi 20 anni ha testimoniato profondi mutamenti nel comportamento degli elettori, anticipando spesso le tendenze politiche nazionali. Gli ultimi due sindaci di centrodestra furono eletti al primo turno (Albertini nel 2001 e Moratti nel 2006). Pisapia riportò la città a sinistra quasi a sorpresa nel 2011, anticipando il tramonto del “berlusconismo”, mentre Sala vinse più tiepidamente 5 anni dopo al ballottaggio (come Pisapia). Oggi Milano sembra più partecipe di una consolidata dinamica nazionale, per non dire europea, che vede le grandi metropoli saldamente in mani progressiste.
D’altra parte, come diceva Calvino descrivendo la città di Despina, anche Milano “riceve la forma dal deserto a cui si oppone”: tra tutti gli altri 7 comuni superiori (cioè con almeno 15.000 abitanti) della Città Metropolitana l’affluenza è stata più alta e il centrodestra ha battuto il centrosinistra in 6 comuni su 7, 4 dei quali erano amministrati dal centrosinistra.
Insomma, un indice plastico del rafforzamento di quella frattura “Città–Provincia”, ancor più palese di quella “Centro-Periferia” che nella competizione politica del nostro Paese riscopre oggi un ruolo chiave.
Le mappe del voto
Anche al suo interno la città è cambiata. Il 2016 e il 2021 hanno segnato due importanti inversioni di tendenza che non sarebbero facili da apprezzare in assenza di mappe dettagliate.
Quelle che seguono sono state realizzate stimando la distribuzione geografica del voto su 51.323 numeri civici presenti in città, sulla base dei dati delle rispettive 1.248 sezioni elettorali di appartenenza e riportandola all’interno delle 6.079 particelle del censimento.
Il livello di dettaglio è molto alto, soprattutto nelle aree più urbanizzate. Di contro, ne risente naturalmente la precisione e il dato delle aree più rurali può apparire amplificato dalla dimensione.
Per evitare distorsioni, sono state rimosse le sezioni con meno di 50 elettori, per cui molte strutture sanitarie, oltre ad alcuni parchi, rimangono trasparenti (quindi risultano grigie).
Infine, per enfatizzare le differenze tra quartieri, la definizione dei colori è stata costruita interpolando per quintili. Ai meno “addetti ai lavori” basterà prestare attenzione alla scala sotto ogni mappa per comprendere facilmente il senso di questa necessaria distorsione.
I vincitori
La tendenza è chiara: Sala vince nettamente nelle aree interne delimitate dalla 90/91, come si dice a Milano, ovvero dalla linea filoviaria circolare esterna. Non poche sono comunque le vittorie nette anche nelle aree periferiche, in particolare nel Municipio 3 (Lambrate, Città studi) e nei quartieri meglio collegati al centro. Basta immaginarsi la metropolitana: gli assi di M1 su Viale Monza e i due rami occidentali, M2 dal NIL di Cimiano alla zona di Piazza Abbiategrasso, M3 tra Affori e Rogoredo, M5 tra Bicocca e lo Stadio.
Bernardo vince in poche aree, prevalentemente periferiche: esemplari le aree più popolari di Quarto Oggiaro (tra le vie Castellammare e Amoretti), quella di San Siro (Piazza Selinunte) e quella del Gratosoglio, ma anche l’area a nord di Forze armate, il Gallaratese, Bovisasca e le sezioni più popolari del Corvetto.
Una “chicca”: c’è una sola sezione in tutta Milano che non è andata né a Sala né a Bernardo. È tra quelle rimosse dalla mappa perché ha meno di 50 elettori, 44 per la precisione, e si tratta di una delle sezioni ospedaliere dell’Ospedale San Carlo di Famagosta, vinta con 16 voti da Teodosio De Bonis, Candidato Sindaco del Movimento 3V.
L’affluenza
Il dato generale dell’affluenza sulla città al primo turno è calato costantemente negli anni: 67,6% nel 2011, 54,7% nel 2016 e 47,7% nel 2021, la più bassa di sempre.
È difficile però localizzare dei grossi sconvolgimenti, anche se l’occhio più attento noterà, in proporzione, una lieve diminuzione tra le sezioni periferiche e un aumento a ridosso del centro e in alcune sezioni del municipio 1. In termini assoluti, l’astensione cresce ovunque ma in periferia di più.
Il centrosinistra
Queste mappe sul centrosinistra mostrano il primo importante sconvolgimento, avvenuto prevalentemente negli anni della segreteria renziana del Partito Democratico. Tra il 2016 e il 2021 si osserva la conferma della tendenza centripeta dell’elettorato del centrosinistra, con poche sezioni colorate di rosso al di fuori della 90/91 (circa 1-2 km più esterna al confine del Municipio 1).
Il Municipio 3 (lo spicchio superiore dei due con sbocco a est) si conferma feudo di Sala, ma il bacino di voti più importante è indubbiamente rappresentato dall’area di Porta Genova e dei Navigli, l’area centrale più incline al voto progressista già dai tempi di Pisapia.
Il centrodestra
Niente è scontato. Mentre la metamorfosi a sinistra è avvenuta tra il 2011 e il 2016, a destra la spinta centrifuga compare tra il 2016 e il 2021. Stefano Parisi nel 2016 conquistava ancora il centro storico, nonostante le prime importanti sezioni periferiche.
Del Municipio 1 è rimasto fedele al centrodestra solo uno zoccolo duro nell’area nord-orientale di Porta Venezia tra Corso Monforte e Corso di Porta nuova. La maggior parte dei voti di Bernardo sono arrivati però dai quartieri più periferici.
Il Movimento 5 Stelle
Ascesa e declino in 10 anni per il Movimento 5 Stelle, che comunque a Milano non ha mai sfondato. I 5 stelle hanno toccato il massimo nel 2016 col 10% e punte sopra il 20% nei quartieri periferici. La candidatura di Layla Pavone, manager caldeggiata dall’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha sparigliato le carte e rotto in parte la polarizzazione centro-periferie di 5 anni prima. Sul piano dei numeri assoluti, il dato milanese suona come una sonora sconfitta per il Movimento, che non raggiunge la soglia di sbarramento: il Consiglio Comunale rinnovato è infatti composto unicamente da liste a sostegno di Sala e Bernardo.
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