“L’indagine dell’antiterrorismo denominata “The Caucasian Job”, ha portato a Varese all’arresto di un ceceno di 35 anni dedito alla produzione di documenti falsi. Questo episodio conferma ancora una volta come la nostra regione sia la meta prediletta dai clandestini”: così l’assessore regionale alla sicurezza, immigrazione e polizia locale, Riccardo De Corato, in merito all’arresto effettuato mercoledì a Varese da parte degli agenti della sezione Antiterrorismo della Digos della Questura di Milano di un uomo di 35 anni, un cittadino russo di etnia cecena, con l’accusa di possesso e fabbricazione di documenti falsi.
“Un ringraziamento al sostituto procuratore Alberto Nobili e ad Enrico Pavone della Sezione Distrettuale Antiterrorismo della Procura di Milano per la riuscita operazione – prosegue De Corato -. Gli irregolari sul nostro territorio, oltre a trovare coperture parentali e a volte persino comprensione politica, trovano anche efficienti organizzazioni criminali dedite alla produzione di documenti falsi. Questa non è, infatti, la prima volta che viene arrestato un delinquente impegnato in questo business. La nostra regione, oltre a essere crocevia di immigrati clandestini, è diventata anche un posto dove è facile reperire documentazione falsa, al punto che questa viene addirittura pubblicizzata, come in questo caso, su Instagram”. “Ricordo sempre che nella nostra Regione circolano liberi, secondo i dati di Orim e Polis, 112mila clandestini, 51.400 dei quali nella sola Milano e che da inizio anno a oggi sono sbarcati sulle coste italiane 30.978 pseudo richiedenti asilo, alla stragrande maggioranza dei quali verrà respinta la richiesta.
Secondo la ricerca dell’Osservatorio sulla Criminalità organizzata dell’università di Milano (Cross- Unimi) i settori più importanti di azione dei gruppi di malavita extracomunitaria sono traffico di droga e prostituzione, con il primo che è l’attività principale e più remunerativa. Il milanese è l’area con la maggiore presenza e con la maggiore violenza espressa, poi le province di Bergamo e Brescia. Situazione meno problematica nei territori di Lodi, Sondrio, Mantova e Cremona. In particolare sono i gruppi Albanesi che predominano tra le organizzazioni criminali straniere, dopo essersi resi protagonisti di una vera e propria scalata da corrieri a grossisti nel corso degli ultimi decenni. Forti anche le organizzazione africane, che si sono radicate molto in particolare nei cosiddetti ‘boschetti della droga’. In crescita anche le attività di gruppi cinesi e “delle bande giovanili di sudamericani note come pandillas, che stanno sempre più inserendosi nel narcotraffico, anche internazionale. La nostra regione è quella con l’indice d’accoglienza maggiore d’Italia con il 13%, pari a 10.961, di richiedenti ospitati nelle strutture lombarde. Chissà quante di queste persone sono pronte a ricorrere all’acquisto di documenti contraffatti. Mi auguro – conclude De Corato- che l’indagine, partita già 6 mesi fa, possa chiarire anche quanti documenti falsi siano stati realizzati e venduti dall’organizzazione criminale”. (mianews)
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