“Saremo il cuore che si batte per la tua Europa” gli studenti ricordano Antonio Megalizzi

Cronaca

“A te ed ai tuoi sogni, che non moriranno mai e a noi che per te inseguiremo i nostri con tutta la vita che abbiamo”. Inizia così la descrizione del dolore delle ragazze e ragazzi come Antonio, impegnati nello studio e con tanti sogni nel cassetto. La narrazione a cui ricorriamo è di “Dolomiti” che  riporta testimonianze, ricordi, commemorazioni. E ogni gesto ha un significato.

Gli amici studenti, uno dopo l’altro, hanno trasformato una bacheca al piano terra del dipartimento di Lettere in una spazio dove lasciare un proprio messaggio a ricordo del giovane giornalista trentino, studente di Studi Internazionali.

Uno spazio di riferimento, un luogo silenzioso che,  con il passare delle ore è diventato un  punto d’incontro per chi Antonio lo conosceva avendone condiviso un pezzo di vita, idee e sogni. L’umanità e l’intelligenza brillante di Antonio hanno lasciato un rimpianto incolmabile.

Qualcuno dice semplicemente “Grazie”. “Sappi che siamo tanti e tutti insieme saremo la bocca che esprime le tue ideele mani che realizzano i tuoi progetti e il cuore che si batte per la tua Europa”.

“Progetto un mondo, nuova edizione! Questo dicevano i tuoi occhi, il tuo sorriso e i discorsi appassionati che hai fatto con chiunque volesse mettersi in gioco anche solo un po’”

. “Condividere con te un pezzo di vita, idee e sogni, risate e momenti seri è stata un’avventura che non posso far altro che promettere di continuare anche per te. Tutto ciò che abbiamo condiviso , tutto ciò su cui si siamo scontrati lo porto dentro di me come un talismano”.

Piccoli messaggi scritti su fogli di carta che ora sono tutto per una comunità come quella studentesca trentina profondamente ferita come lo è un intero quartiere, quello di Cristo Re dove Antonio e la sua famiglia erano molto conosciuti.

Sotto la bacheca qualcuno ha depositato dei mazzi di rose bianche. C’è chi decide di ricordare, mettendolo per iscritto, l’ultima volta che ha visto Antonio, “due settimane fa prima di una lezione”, chi lo ricorda perché in radio  ha ricevuto da lui una dedica musicale e chi ancora ricorda la prima volta che lo ha conosciuto alla stazione dei treni quando lui è corso in aiuto per portare una valigia.

Nella corte interna di casa sua, in via Centa, alla fine degli scalini che portano all’abitazione dove Antonio abitava, è stato lasciato un mazzo di fiori bianchi appoggiati al muro.

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