Il Qatar a Milano

Milano

Milano 12 Maggio – Con la prossima apertura della “biblioteca degli alberi”, il terzo parco più grande di Milano, si completerà il progetto immobiliare di Porta Nuova: 90mila piante su 9,5 ettari di superficie complessiva che cambieranno il volto delle ex Varesine.

I grattacieli di Porta Nuova, valore oltre 2 miliardi di euro, sono dal 2015 di proprietà del fondo Qatar Investment Authority (Qia) che ha un patrimonio stimato in 335 miliardi di euro.

L’Italia, dopo l’Inghilterra, è il secondo Paese europeo in cui il fondo sovrano del Qatar è maggiormente presente.

La vena immobiliare di Sheikh Tamin bin Hamad Al Thani ha origini lontane.

Disponendo di risorse immense, l’Emiro del Qatar si dedica con passione allo shopping nel Bel Paese.

Il signore di Doha è guardato con sospetto dai suoi vicini di casa: Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto, Yemen e Baherein sono conviti che in questi anni abbia appoggiato il terrorismo islamico.

Ricchissimo di petrolio e gas naturale, il Qatar iniziò a spendere in Italia nel nel 2009, realizzando a Porto Levante la prima struttura al mondo di stoccaggio di gas naturale liquefatto. Più recentemente, nel 2014, il Qatar è entrato in joint-venture con Cdp Equity per investire nel capitale di aziende del made in Italy. Come Inalca, la società del gruppo Cremonini leader nella produzione di carne bovina.

Sorte sfortunata, con strascichi giudiziari, è taccata invece alla Katara Hospitality, società controllata dal fondo sovrano.

Nel 2012 acquista alcune strutture importanti in Costa Smeralda, fra cui alberghi di lusso e golf club. La Procura della Repubblica di Tempio Pausania decide però di aprire un occhio su questo fiume di denaro che improvvisamente inonda la Sardegna.

L’allora procuratore Domenico Fiordalisi ipotizza un sistema corruttivo dando il via ad una maxi indagine che durerà anni. Alcune strutture vengono anche sottoposte a sequestro per presunte violazione edilizie.

Come spesso accade in Italia, dopo il clamore iniziale, l’indagine finisce però su un binario morto e i principali accusati sono tutti assolti.

Sulle prossime mosse dell’Emiro nessuno ad oggi è comunque in grado di pronunciarsi. Non resta quindi che attendere.

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