Ismail Tommaso Hosni, il 21enne italo-tunisino a processo per tentato omicidio, lesioni e resistenza, per l’aggressione in Centrale, per aver aggredito e ferito con due coltelli due militari e un agente della polfer di pattuglia la sera del 18 maggio scorso, è stato condannato a sette anni, più tre da trascorrere sottoposto a una misura di sicurezza.
Come riporta Repubblica. Non so se ci sarà l’appello, ma la difesa è sempre la stessa: sono stranieri poco integrati, soffrono molto, ogni tanto danno di matto. Il ragionamento, comunque, è ecumenico, vale anche per chi è mezzo Italiano. Sì, vero che ha invocato allah, che era radicalizzato, forse, e che stava combattendo la su Jihad personale, ma glielo vuoi negare un vizio parziale di mente? Sarebbe molto scortese farlo, non trovate? Ecco, di sicuro lo trova il Gup, che ha deciso di dargli 7 anni. Che poi, 7 anni, parliamone: a 5 iniziano già i benefici della Gozzini. Tipo la semi detenzione. Poi c’è la buona condotta. Poi avendo riconosciuto un parziale vizio di mente ed una misura alternativa al carcere a fine pena, non glielo vuoi riscontrare un problema di compatibilità col carcere? Dopotutto non parliamo mica di un Dell’Utri qualsiasi, condannato a morire di cancro in galera per vendicarsi del nemico pubblico numero uno, Silvio Berlusconi.
Qualcuno si domanderà che altro vogliamo. In fin dei conti non è morto nessuno, no? Ditelo a Traini, accusato e con buone probabilità condannato per strage. In base ad una norma di natura fascista per cui conta più l’incolumità pubblica che quella privata. Ecco, Hosni non avrebbe messo a rischio nulla. Figuriamoci, povero. Lui era matto. Cioè non del tutto matto, un po’. Diciamo un terzo matto e due terzi terrorista. Ma siccome ha problemi di integrazione e se l’è presa con degli uomini in divisa è già tanto se finisce così. Ringraziamo e portiamo a casa. Ogni tanto, qualche illuminato commentatore dei fatti di attualità si domanda da dove nasca il razzismo in un popolo scarsamente portato a queste cose da uomini biondi. La citazione è vagamente esoterica, ma molto appropriata. Ecco, sappiano questi perplessi indagatori dell’animo umano, che nasce da questi casi. In cui si chiama terrorista Traini, ma poveraccio Hosni. Ed in cui la nostra giustizia, come i gamberi, procedesi palle, per non vedere cosa aspetti tutti noi se si continua in questa direzione.

Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,