Non è un Paese per Christo

Cultura e spettacolo

Milano 30 Giugno – Niente, non ce la possiamo fare. Riporta l’Espresso che il Codacons, esempio immortale di utilità pubblica, avrebbe querelato Christo, il geniale artista responsabile dell’opera floating piers, sul lago d’Iseo. Queste le motivazioni, come riportate nella versione online:

Ora però, seguendo l’immensa mole di interesse mediatico – e concreto – per l’opera, arrivati i primi disagi seri sulla folla, anche l’associazione dei consumatori Codacons prende il suo spazio nel dibattito, depositando un esposto alla Corte dei Conti della Lombardia per chiedere conto all’amministrazione pubblica di quanto stia effettivamente spendendo per l’opera.

Ricapitoliamo. Siccome l’opera è un successo nazionale, siccome non sappiamo organizzarci e siccome si è deciso di non rischiare la vita di nessuno, allora, per logica ed immancabile decisione, la Pubblica Amministrazione starebbe rimettendoci soldi. Ripetiamo tutti assieme: non costruite, cari amici, nulla di bello in questo Paese. Non permettetelo, cari Amministratori Locali. Non consentite che si rompa lo squallore. Interviene con prepotenza nel dibattito anche Legambiente:

Insieme all’entusiasmo per l’installazione infatti sono cresciuti anche i disagi: treni soppressi per folla eccessiva, parcheggi al collasso, code di ore, vigilanza rafforzata che non basta a evitare la chiusura notturna, personale medico e un dispiegamento di forze fondamentale per garantire l’accesso alle passerelle. «Basta, siamo al collasso», ha denunciato Dario Ballotta della Legambiente locale. E ora, l’esposto.

Ecco, basta. Chiudete tutto. Non permettetevi mai più. Chiameremo l’ordine costituito. Che una volta cacciava Bocca di Rosa ed oggi scaccia gli artisti. Perchè, con la bellezza, si scongiuri anche il pericolo, pernicioso ed intollerabile, della Libertà.

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