Milano 1 Febbraio – Cari Family Day, cari Family Gay,
vi scrivo perché abbiamo un problema. “Noichi?”, direte voi. Noi single. Qualcuno di noi oggi è a Roma al Circo Massimo. Qualcuno è sceso nelle strade arcobaleno, la scorsa settimana. Qualcuno ha riempito le vostre piazze per difendere o promuovere i vostri diritti. Qualcuno, diritto sacrosanto anche questo, ha deciso di starsene a casa. Ecco, a noi, oggi, manca una piazza tutta nostra. Anche soltanto un luogo virtuale dove aprire un dibattito sui nostri, di diritti. La politica passa le giornate a litigare su cosa è meglio per voi, dimenticandosi che siamo una bella fetta di Paese. A Milano, tanto per dirne una, siamo quasi il 40% della popolazione.
Noi che godiamo di zero rappresentanza, ma esistiamo. Noi che paghiamo affitti lunari con un solo stipendio perché i monolocali, in proporzione, costano più degli appartamenti da 150 metri quadrati. Noi che, spesso, dobbiamo stare a casa di mamma e papà perché, tanto, chissenefrega se sei da solo, anzi, almeno hai un po’ di compagnia. Noi che, se per caso dovessimo avere bisogno di unacasa popolare perché dormiamo sotto ad un ponte, siamo in fondo alle graduatorie perché prima vengono le famiglie, le donne incinte, gli anziani e via dicendo. Noi che un buchetto da acquistare non possiamo nemmeno sognarcelo, perché non rientriamo in quelle categorie che beneficiano dei mutui agevolati. Noi che se viaggiamo da soli dobbiamo pagarci comunque una camera doppia perché il più delle volte la singola non c’è o se c’è costa praticamente uguale. Noi che Italo e Trenitalia ci discriminano davvero, quando sparano le offerte “viaggi-due-paghi-uno” e gli sconti famiglia-bambini-nonni.
Noi che al lavoro ci prendiamo sempre le vacanze nei periodi più scomodi e improbabili perché tanto non abbiamo figli e nemmeno un compagno o una compagna con cui litigare sui giorni di ferie. Noi che, se proprio al lavoro devono lasciare a casa qualcuno, lasciano a casa noi perché tanto non abbiamo nessuno a cui dar da mangiare se non noi stessi, che tanto ce la caviamo con una scatoletta di tonno e via. Noi che siamo stufi delle “tessera famiglia”, “confezione famiglia” dove si risparmia più che acquistando il decimo del prodotto. Noi che viviamo in questo paese dove il meno lo paghi di più. Lo dice pure la Coldiretti: vivere da soli costa il 74% in più. Noi che una smart o una monoposto consuma la stessa benzina di un’auto a cinque porte. Noi che una volta all’Esselunga c’erano le monodosi di sushi e ora stanno sparendo pure quelle.
Però noi cresciamo sempre di più. Noi, nucleifamiliarididiunasolapersona (che termine orrendo),siamo tanti. Ma nessuno ci fila di pezza. Nemmeno in campagna elettorale ci strumentalizzate, ma è possibile? Eppure la tessera elettorale ce l’abbiamo. Eppure a votare ci andiamo. L’unica cosa che promuovete, per noi, sono le app, i siti, i social network e persino le crociere per farci accoppiare. Cioè, in sostanza, per farci smettere di essere single. Eh no, non funziona così. Noi abbiamo dignitàper quel che siamo oggi e non per le “famiglie naturali” o allargate o strambe, non per le coppie etero o le coppie omo che potremmo essere domani. Certo, non siamo una lobby, come lo sono molti vostri amici. Ma possiamo organizzarci. Quello che chiediamo non è una specie di “quota single”, ma solo un filino di attenzione in più. Ad oggi, al presente. Anche perché, visto che non abbiamo pargoli a cui badare a casa, non abbiamo un cacchio da fare se non lavorare. O divertirci, o consumare, acquistare. Vi diamo un sacco di ricchezza, noi. Quindi, ogni tanto, smettetela di guardarci dall’alto in basso come fossimo diversamente umani. Perché se un giorno decidessimo di scendere in piazza, saremmo molti, ma molti più di voi. Marameo.
Federica Venni (L’Intraprendente)
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