Le sentenze dei due procedimenti che vedono imputato l’assessore milanese alla Cura del territorio, Marco Granelli, per due distinti episodi di omicidio stradale legati a presunte irregolarità nella realizzazione di piste ciclabili, sono state rinviate al prossimo 17 dicembre.
I processi, celebrati con rito abbreviato davanti al gup Alberto Carboni, riguardano la morte di Veronica D’Incà e di Cristina Scozia, entrambe investite nel 2023 mentre percorrevano tracciati ciclabili cittadini. Giovedì mattina la Procura ha formulato una nuova richiesta di condanna: un anno e quattro mesi per Granelli nel procedimento sulla morte di Veronica D’Incà, travolta il 1° febbraio 2023 da un camion in viale Brianza, vicino a piazzale Loreto. Per l’altra vicenda, quella di Cristina Scozia, uccisa il 20 aprile 2023 da una betoniera in via Sforza durante una svolta a destra, il pm aveva già chiesto a settembre un anno di pena per l’assessore e per due dirigenti comunali.
Secondo le indagini dei pm Barbara Benzi e Mauro Clerici, le due piste ciclabili presentavano criticità nella progettazione e nella segnaletica: assenza di cordoli di separazione tra traffico motorizzato e biciclette, marcature a terra poco chiare e indicazioni contraddittorie in prossimità degli incroci.
Nel caso di via Sforza, la segnaletica sperimentale introdotta nel 2020 sarebbe stata, per l’accusa, non conforme al Codice della strada e potenzialmente fuorviante. Le difese di Granelli e dei funzionari comunali respingono le contestazioni e chiedono l’assoluzione, sostenendo che la pianificazione della viabilità fosse regolare e supportata da consulenze tecniche di parte. La Procura ha chiesto di replicare dopo le arringhe difensive, spingendo il giudice a rinviare i verdetti di entrambi i procedimenti.
Resta dunque aperto il confronto giudiziario sulle responsabilità amministrative nella sicurezza delle ciclabili milanesi.
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Però intanto il comune continua a realizzare piste ciclabili con criteri a muzzo…