Dopo essere stato Edgar nella storica edizione firmata da Giorgio Strehler nel 1972, Gabriele Lavia torna a Re Lear, in scena al Teatro Strehler nei panni dell’incauto sovrano che decide di dividere il regno tra le sue tre figlie. Una nuova produzione che rilegge la celebre tragedia come una dolorosa storia di perdite: della ragione, del regno, dei legami familiari.
«Il destino mi ha riportato a Re Lear, anche se avevo deciso di non farlo. Evidentemente Giorgio Strehler ha sentito e mi ha teso questa trappola»: a cinquantatré anni dal debutto dello storico spettacolo prodotto dal Piccolo, Gabriele Lavia torna al capolavoro di William Shakespeare. Se nel 1972 interpretava Edgar, ora veste invece i panni del protagonista, l’anziano sovrano che sceglie di dividere il regno tra le sue tre figlie, in base all’amore che dichiarano di provare per lui.
È una storia di perdite: della ragione, del regno, dei legami familiari. «Non resta che vivere in una tempesta – commenta – Ma la tempesta di Lear è la tempesta della sua mente. La tempesta della mente dell’umanità, la morte dell’uomo che ha abbandonato il suo Essere. Ed ora vive il suo non-Essere nella Tempesta della mente, nella Tempesta che lo travolge. E tutti sono travolti. Tranne colui che più degli altri ha sofferto e può “essere-Re” della sofferenza come percorso di conoscenza. “Essere o non essere” sono certamente le parole più importanti di tutto il Teatro Occidentale e, come sanno (quasi) tutti, le dice Amleto. Subito dopo “essere o non essere” Amleto dice: “Questa è la domanda”. Come se la vita di ogni uomo, non solo di Amleto, che ogni uomo lo sappia o no, non fosse altro che porsi questa domanda. Re Lear, invece, “nega” questa domanda e decide per il “Non essere”, non essere più Re. Dare via il proprio “essere” (il proprio regno) è come dare via la propria ombra (come nel famoso romanzo). Nel momento in cui Re Lear non è più Re è solo “Lear”. E che cos’è Lear se non è “più” Re? Non è che un “uomo”. Uno come tanti che non contano nulla. Non è che “nulla”. “Sono io Lear?” si domanderà disperato. Travolto dalla “tempesta” del “non essere”, Lear la attraverserà fino alla fine, fino all’ultimo dolore, quando l’uomo Lear, portando in braccio la figlia Cordelia morta, urlando, domanderà agli spettatori in platea e nei palchi del Teatro: “Siete uomini o pietre? Avessi io le vostre gole e i vostri occhi, urlerei e piangerei fino a mandare in frantumi la volta del cielo…”. In questo finale, colpo di genio, Shakespeare-Lear invoca le grida e il pianto di tutti gli spettatori come se fossero il Coro ideale per l’ultima scena del suo capolavoro. Le grida e il pianto “dentro” il “silenzio degli spettatori”. Un silenzio che è urlo di pianto.»
SEGNALIBRO
Presentazione del libro Fare corpo, Fare anima
Gabriele Lavia, in conversazione con Sara Chiappori (Repubblica) e Maurizio Porro (Corriere della Sera), presenta il suo nuovo volume Fare corpo, Fare anima (Cue Press, 2025): «L’Opera d’Arte di un Attore, come ogni Opera d’Arte, ha la sua origine in un certo, speciale, misterioso… fare. Fare il Teatro. Fare una Parte. Questo fare è un Mettere in Opera l’Anima e il Corpo dell’Attore. In parole semplici l’Opera di un Attore è un certo Fare Speciale che fa Anima e fa Corpo.»
Lunedì 10 novembre, ore 17.00, Chiostro Nina Vinchi
Piccolo Teatro Strehler (Largo Greppi – M2 Lanza)
Re Lear
di William Shakespeare
traduzione Angelo Dallagiacoma e Luigi Lunari
regia Gabriele Lavia
con Gabriele Lavia e con (in ordine alfabetico) Giovanni Arezzo, Giuseppe Benvegna, Eleonora Bernazza, Beatrice Ceccherini, Federica Di Martino, Ian Gualdani, Luca Lazzareschi, Mauro Mandolini, Andrea Nicolini, Giuseppe Pestillo, Alessandro Pizzuto, Gianluca Scaccia, Silvia Siravo, Lorenzo Tomazzoni
Orari: dal martedì al sabato, ore 19.30; domenica, ore 16. Lunedì riposo.
Durata: 3 ore e 30 minuti incluso un intervallo
Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro
Informazioni e prenotazioni 02.21126116 – www.piccoloteatro.org

Laurea Magistrale in Lettere Moderne. Master in Relazioni Pubbliche.
Diploma ISMEO (lingua e cultura araba). Giornalista. Responsabile rapporti Media relations e con Enti ed Istituzioni presso Vox Idee (agenzia comunicazione integrata) Milano.