La chiarezza e la distinzione dei ruoli tra manifestanti Pro Palestina e Atenei di appartenenza, in riferimento alle occupazioni abusive, di Giovanna Iannantuoni alla guida della Conferenza dei Rettori delle Università italiane
Nelle dichiarazione emergono fermezza e competenza –
“È ovvio che siamo tutti sconvolti da quello che vediamo a Gaza e a Rafah, chiediamo fortemente il cessate il fuoco, ma questo è un auspicio delle università, perché noi non siamo politica e non facciamo politica e colgo l’occasione per ribadire anche questo: la politica deve restare fuori dagli atenei perché noi siamo autonomi e indipendenti e spesso i ragazzi non colgono questi aspetti per il valore che hanno”. Lo ha dichiarato la presidente della CRUI e rettrice dell’Università Bicocca Giovanna Iannantuoni, a margine delle visita alla camera ardente allestita all’Università Cattolica per Franco Anelli, in merito alle proteste in sostegno della popolazione palestinese che hanno interessato anche le università milanesi, in particolare l’Università di cui è rettrice, dove alcuni studenti sono stati male dopo aver iniziato uno sciopero della fame. “Dico ai ragazzi e alle ragazze che è venuto il momento di svoltare, dobbiamo cambiare pagina. Il mio invito è quello di mangiare, di nutrirsi e se ci sarà bisogno li faremo visitare dai nostri medici. Andiamo avanti, la pace si costruisce con la pace e oggi ancora di più queste parole hanno un senso. Gli studenti li ho incontrati, sono venuti in Senato Accademico e ne hanno parlato, voglio anche raccontare di come la stragrande maggioranza dei nostri studenti, se non la totalità, chiede la pace anzitutto nei nostri atenei. – ha spiegato la rettrice – Il valore dell’indipendenza dei nostri atenei è stato frutto di una lunga marcia verso questa e verso la pace. Io difendo questa indipendenza dalla politica e da qualsiasi forma di ingerenza all’interno degli atenei, perché gli atenei rappresentano un luogo unico di libertà in cui puoi dire liberamente quello che vuoi, ma non puoi devastare, causare danni da centinaia di migliaia di euro, non puoi impedire agli altri studenti di seguire le lezioni, di fare gli esami, di vivere una vita universitaria normale. Sono per la protezione anche delle minoranze più piccole perché questa è la democrazia ed io ci credo: contemporaneamente dobbiamo fare in modo che le nostre attività proseguano e che tutti vengano a studiare con quella libertà che questo piccolo gruppo chiede”.
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Anna Ferrari
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