Parlamento Ue riconosce ‘famiglie gay’. Forte reazione  dei vescovi

Attualità Società

Milano 11 Giugno – Ira del quotidiano dei Vescovi dopo il riconoscimento da parte del Parlamento europeo delle ‘famiglie gay’.

La vicenda – Il Parlamento europeo di Strasburgo per la prima volta in maniera così esplicita, parla di ‘famiglie gay’, approvando a larga maggioranza un rapporto sull’uguaglianza di genere in Europa. “Il Parlamento – si legge nel testo – prende atto dell’evolversi della definizione di famiglia. Il Parlamento raccomanda che le norme in quell’ambito (compresi i risvolti in ambito lavorativo come congedi ecc.) tengano in considerazione fenomeni come le famiglie monoparentali e l’omogenitorialità”.

Accanimento ideologico Parlamento Ue su gay – La ‘Strategia per la parità di genere’ adottata ieri dal Parlamento europeo “è l’ennesima stucchevole riproposizione del verbo gender” e “in un impeto di accecamento ideologico” la decisione “detta legge anche sui bambini”. Lo scrive oggi Avvenire, il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana.  Avvenire, ricordando la complessità delle problematiche trattate nella decisione, sottolinea: “Come spesso accade nei documenti più roboanti e pletorici del Parlamento europeo, si pretende di dire una parola nobile su un nugolo di grandi questioni creando un consenso vasto attorno ad auspici difficilmente contestabili, per poi arrivare al dunque. E il dunque, nel caso della ‘Strategia per la parità di genere 2015’ adottata ieri, è l’ennesima, stucchevole riproposizione del verbo gender del quale si chiede agli Stati membri l’adozione senza ulteriori tentennamenti attraverso scelte legislative e politiche”. Il giornale dei vescovi rileva ancora che “in un impeto di accecamento ideologico, la ‘Strategia’ scambia la costruzione della personalità dei bambini per una pericolosa forma di stereotipo da abbattere prima che sia troppo tardi, mettendo in guardia dal considerare la diversità di genere nell’infanzia come una forma patologica. Detto altrimenti: i bimbi siano liberi di scegliersi il genere che preferiscono. Sbaragliata anche questa soglia di buon senso, a quali altre radiose frontiere intende condurci – si chiede il quotidiano – l’arroganza ideologica di un gruppone di europarlamentari e la miopia di tanti loro colleghi?”. (America oggi)