Il Ministro della Difesa Guido Crosetto è pronto a muovere passi concreti verso l’istituzione di una riserva militare ausiliare dello Stato anche in Italia. Questo ambizioso progetto mira a integrare e rafforzare le attuali Forze Armate attraverso un sistema di leva su base volontaria, con l’obiettivo specifico di aumentare gli effettivi disponibili di almeno diecimila unità.
La riserva sarà composta da personale con determinate specialità professionali e sarà pronta a intervenire in caso di emergenza nazionale o necessità operativa, fornendo un supporto cruciale alle forze regolari. Dopo aver preannunciato la sua idea in diverse occasioni, il Ministro Crosetto è ora in procinto di presentare il relativo disegno di legge al Consiglio dei Ministri (CdM) per l’approvazione preliminare, in vista della successiva discussione e iter parlamentare.
Illustrando la sua visione, Crosetto ha chiarito che il modello proposto presenta delle somiglianze con schemi già adottati in altri Paesi europei, pur mantenendo delle specificità italiane. «È uno schema non molto diverso da quello tedesco, perché prevede una volontarietà. Quello tedesco ha un automatismo che scatta, quello francese è totalmente volontario», ha spiegato Crosetto durante una recente visita a Parigi.
Il Ministro ha sottolineato l’importanza strategica del provvedimento, il cui scopo va oltre il semplice aumento del personale. La bozza del disegno di legge, infatti, dovrà garantire la difesa e la sicurezza del Paese nei prossimi anni. Per questo motivo, il documento non si limiterà a definire il numero di militari richiamabili, ma affronterà in modo organico l’intera organizzazione e le regole di ingaggio, formazione e impiego di questa nuova forza di riservisti volontari.
Tipologia del personale coinvolto
La riserva si baserà su un reclutamento volontario e sarà composta da diverse categorie di persone:
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Ex Militari: Personale in congedo che ha già servito nelle Forze Armate e possiede quindi una formazione militare di base e competenze specifiche.
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Professionisti Civili: Cittadini che provengono dalla vita civile e che possiedono competenze altamente specializzate e ricercate. L’obiettivo è attingere a professionalità che difficilmente si trovano nei ranghi ordinari.
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Giovani Volontari: Sebbene i dettagli siano ancora in fase di definizione, le prime indiscrezioni suggeriscono che il progetto potrebbe coinvolgere anche giovani, in particolare nella fascia d’età tra i 18 e i 19 anni, con l’intenzione di formarne circa 3.000 nell’immediato e raggiungere le 10.000 unità entro il 2030.
Competenze e aree di specializzazione (Riserva Selezionata)
Le specialità ricercate si concentreranno soprattutto in settori ad alta tecnologia e strategici, fondamentali per la difesa moderna e la resilienza del Paese. Tra le principali aree di interesse rientrano:
| Area Tecnica/Scientifica | Area Legale/Amministrativa | Area Sanitaria/Umanitaria |
| Cyber e Informatica: Esperti in sicurezza informatica, telecomunicazioni, gestione di reti e sistemi IT. Si parla di formare almeno 5.000 unità specificamente in cyber-sicurezza. | Giurisprudenza e Diritto Internazionale | Medicina e Chirurgia |
| Ingegneria (vari rami) e Architettura | Scienze Politiche / Scienze Internazionali e Diplomatiche | Altre professioni sanitarie |
| Giornalismo | Lingue rare e Interpretariato/Traduzione | – |
| Scienze della Comunicazione | – | – |
Modalità di impiego e ruoli
Il personale della riserva volontaria sarà reclutato, formato e periodicamente addestrato tramite richiami. L’impiego è previsto solo in casi di necessità estrema, come:
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Guerre o gravi crisi internazionali.
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Difesa Cibernetica: Protezione delle infrastrutture critiche nazionali (energia, comunicazioni, servizi essenziali).
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Supporto Logistico e Tecnico Avanzato.
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Calamità Naturali e disastri (ruolo di cooperazione civile-militare).
È escluso l’impiego diretto di questi riservisti volontari nei teatri operativi esteri di prima linea; il loro ruolo sarà prevalentemente di supporto avanzato sul territorio nazionale.
Si tratta, quindi, di un piano per dotare lo Stato di una “forza cuscinetto” di professionisti formati militarmente, pronti a intervenire per garantire la continuità e la sicurezza del Paese in un contesto geopolitico sempre più complesso.
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