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Il rapporto AMAT sulla mobilità? Un’autocelebrazione che ignora la realtà dell’aria di Milano

Milano

Il Rapporto della Mobilità 2024 pubblicato da AMAT – l’agenzia tecnica del Comune di Milano – si presenta come un documento scientifico, aggiornato, oggettivo. In realtà è una lunga operazione di cosmetica istituzionale: un testo che seleziona solo i dati che fanno comodo all’amministrazione, omettendo tutto ciò che contraddice la narrazione di una città “più verde, più sana, più vivibile”. Peccato che la realtà racconti altro. E che a ricordarcelo sia una fonte ben più autorevole e indipendente: Il Sole 24 Ore, che nel suo ultimo ranking nazionale sulla qualità dell’aria certifica un crollo drammatico di Milano: meno 26 posizioni in un solo anno.

La città, semplicemente, respira sempre peggio.

Dati vecchi, fonti irreperibili e un cherry picking imbarazzante

Il primo problema del rapporto AMAT è evidente fin dalle prime pagine. L’agenzia del Comune non solo seleziona i dati più favorevoli all’amministrazione, ma arriva a citare perfino fonti non verificabili, come un link incompleto e inesistente (https://liferemy.eu/%20-%20LIFE20%20PRE/IT/000004). È difficile prendere sul serio un documento tecnico che non è in grado neppure di riportare correttamente le proprie fonti.

Il resto è un esempio scolastico di cherry picking: si mostrano solo gli indicatori che migliorano (di solito perché legati a provvedimenti restrittivi come Area B e Area C), si censurano quelli peggiori, si costruisce una sorta di Milano immaginaria che non ha alcun riscontro nei dati indipendenti.

Cosa non viene detto: Milano ha uno dei peggiori indici di salubrità dell’aria in Italia

Il dato che AMAT non cita – e che invece Il Sole 24 Ore riporta con chiarezza – riguarda l’indice di salubrità dell’aria, elaborato su dieci anni di rilevazioni meteo:

  • Milano: 84° posto (su 107 province) con un indice di 989

  • Media delle grandi città: 641,1

Milano è in fondo alla classifica. E questo significa una cosa molto semplice: qui l’aria ristagna, gli inquinanti non si disperdono e le condizioni atmosferiche sono sfavorevoli più che altrove. Lo sanno gli specialisti, lo sanno i medici, lo sanno i cittadini che respirano ogni giorno. AMAT, però, non lo scrive.

Il Sole 24 Ore rimette ordine: Milano crolla di 26 posizioni

Il ranking del Sole ha il merito di usare una metodologia chiara, trasparente, replicabile. E i suoi numeri sono impietosi: Milano precipita nella valutazione complessiva sulla qualità dell’ambiente urbano, perdendo 26 posizioni in un solo anno. È il segnale inequivocabile che l’inquinamento atmosferico, al di là degli slogan, non sta migliorando. Anzi: peggiora. E lo fa nonostante le restrizioni, nonostante gli annunci sul “cambiamento di pelle”, nonostante la narrazione ottimistica del Comune.

Il tasso di motorizzazione resta alto e i confronti europei non reggono

Il rapporto AMAT celebra il lieve calo del tasso di motorizzazione, ma omette alcuni dettagli essenziali:

  • Milano resta largamente più motorizzata rispetto ai modelli virtuosi europei:
    Amsterdam 267 auto/1000 abitanti, Copenaghen 209, Milano oltre 500.

  • Il traffico generato dai comuni limitrofi non diminuisce affatto.

  • Le politiche comunali non hanno inciso davvero sulla domanda complessiva di mobilità privata.

E così ci si ritrova con una città che dichiara di voler ridurre le auto, ma che continua ad averne moltissime.

Chi guarda i dati veri non può applaudire questo rapporto

Il Rapporto della Mobilità 2024 è un documento che non regge un confronto serio con i dati indipendenti. Non analizza i trend reali, non incrocia le fonti, non propone una valutazione oggettiva. È, a tutti gli effetti, un prodotto politico costruito per dimostrare che Milano sta andando nella direzione giusta. Ma c’è un problema: Milano non sta andando nella direzione giusta. La città respira male, sempre peggio. Gli indicatori ambientali peggiorano. E i cittadini hanno diritto a un’analisi vera, non a una brochure celebrativa.

Se il Comune avesse dignità, ritirerebbe il rapporto. Ma non lo farà.

Un’amministrazione seria, davanti a dati tanto contraddittori e a un ranking nazionale che penalizza la città come mai prima, ritirerebbe il report e chiederebbe una revisione indipendente. Non succederà. Milano continuerà a raccontarsi come “verde” e “sostenibile”, mentre la realtà – quella misurata e verificabile – racconta un’altra storia: una città che ha un problema strutturale di qualità dell’aria, e che continua a peggiorare. I cittadini già lo sanno. E ora, grazie ai dati, non possono più far finta di niente.

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