L’obelisco di piazza Cinque Giornate, simbolo del Risorgimento milanese, si prepara ad essere nuovamente ammirato. Sono in corso le operazioni di smontaggio dei ponteggi che, dalla fine dello scorso anno, ne hanno accompagnato il restauro. Dopo la conclusione dei restauri del monumento dedicato a Eugenio Villoresi in piazza Leonardo da Vinci, di quello intitolato a San Francesco d’Assisi in piazza Risorgimento e delle opere “Il Grande Toscano” e “Il Centauro” dello scultore Igor Mitoraj, collocate rispettivamente in piazza del Carmine e presso la fontana di piazza Enzo Paci, è ora la volta dell’imponente intervento di carattere conservativo e ingegneristico sul Monumento dedicato ai Caduti delle Cinque Giornate di Milano.
Il restauro è stato progettato e diretto dall’Unità Fontane e Monumenti dell’Area Pronto Intervento, CCV, Fontane e Monumenti.
L’intervento sull’opera, realizzata dallo scultore Giuseppe Grandi, rientra in un più ampio progetto che prevede anche la valorizzazione della cripta sottostante l’obelisco e lo studio dei resti umani in essa conservati, a cura del Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense (Labanof) del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano. Il monumento è costituito da un basamento lapideo sormontato da un obelisco in bronzo alto circa venti metri, decorato nella parte inferiore da figure allegoriche che rappresentano le fasi delle Cinque Giornate e, nella parte superiore, dai 392 nomi dei Caduti incisi nella fusione dei rocchi sovrapposti.
Sia l’obelisco sia le figure allegoriche sono stati oggetto di un’accurata pulitura manuale da parte dei restauratori. Queste operazioni hanno permesso di rilevare l’uso di leghe bronzee differenti, impiegate da Grandi per ottenere luminescenze e colori diversi tra l’obelisco e le figure che lo circondano. È plausibile che, al tempo dell’inaugurazione, l’obelisco apparisse più scuro e tendente al rossastro – per l’elevato contenuto di rame –, mentre le figure risultassero più chiare e luminose grazie alla lega più ricca di stagno, risplendendo alla luce del sole quasi come in movimento attorno all’elemento centrale. Per preservare questa particolare resa luminosa, in accordo con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano, le figure sono state trattate separatamente, con l’applicazione di cere microcristalline neutre.
I nomi dei Caduti sono stati ripresi mediante l’applicazione di miscele di oro in polvere e consolidante trasparente. La cuspide sommitale dell’obelisco, smontata e trasportata in laboratorio, è stata oggetto della sostituzione della struttura interna di sostegno – originariamente in ferro battuto e ormai deteriorata – con una nuova in acciaio inox. L’intervento ha consentito anche la restituzione della doratura in foglia d’oro zecchino della stella sommitale, sulla base di tracce originali rinvenute durante il restauro. Lo smontaggio della cuspide ha inoltre permesso di analizzare in dettaglio il sistema di aerazione naturale della cripta sottostante, evidenziando come, nel corso di 130 anni, le infiltrazioni meteoriche abbiano contribuito alla formazione di condensa e ristagni all’interno dell’obelisco. Per la prima volta dopo oltre un secolo è stato possibile esplorarne gli spazi interni lungo tutta l’altezza, grazie all’installazione di scale interne che consentiranno in futuro un controllo più agevole del microclima e del ricambio d’aria della cripta.
L’intervento conservativo ha interessato anche la cancellata perimetrale decorata, con il completo recupero e la riverniciatura delle porzioni in ferro battuto e ghisa. Tutte le fusioni originarie e quelle integrate nel tempo sono state sottoposte a pulitura approfondita e alla successiva applicazione di un protettivo finale a base di cere microcristalline. In accordo con la Soprintendenza, sono state inoltre riprodotte le fusioni mancanti o trafugate nel tempo, restituendo alla cittadinanza uno dei monumenti più importanti della città nella sua massima completezza. A seguito dello smontaggio del ponteggio – previsto per la durata di circa quindici giorni – verrà completato l’intervento con la pulitura delle superfici lapidee del basamento, il rifacimento delle stuccature e l’applicazione di un protettivo finale volto a preservare le superfici più esposte dai depositi ferrosi tipici delle aree urbane attraversate da linee tranviarie. Il 2025 si concluderà con il completamento del restauro conservativo della Colonna di Santa Maria Maddalena in piazza Ernesto De Angeli, mentre all’inizio del prossimo anno prenderanno avvio gli interventi su un gruppo di tre monumenti dedicati ad altrettante personalità illustri: Giuseppe Giacosa, Gaetano Negri e Antonio Stoppani.

Laurea Magistrale in Lettere Moderne. Master in Relazioni Pubbliche.
Diploma ISMEO (lingua e cultura araba). Giornalista. Responsabile rapporti Media relations e con Enti ed Istituzioni presso Vox Idee (agenzia comunicazione integrata) Milano.