Dove eravamo rimasti? Ah, sì. All’amore. Un amore viscerale, incondizionato, quello che ti spinge ad abbandonare la tua comoda poltrona europea per tornare alla “tua gente”, a “quelle radici” che fanno tanto emozionare i comizi. E che, soprattutto, ti permettono di tentare la scalata al potere regionale.
Ricci e Tridico si erano candidati con l’ardore di chi è pronto a sacrificare tutto (soprattutto lo stipendio europeo) per il bene superiore della Regione. Hanno gridato al vento che Bruxelles poteva aspettare, che l’unica Capitale che contava era quella del cuore.
Poi, si sa, la politica è crudele. Il popolo, ingrato, non ha colto il loro sacrificio. E così, dopo la “sorpresa” di una sconfitta che era nei piani B (e C, D, E), i nostri due campioni hanno avuto una fulminante Epifania: L’Europa! È lì che è il mio posto!
Un’illuminazione mistica, chissà…forse sopraggiunta dopo un rapido calcolo mentale in cui un consigliere regionale (€ 7.500 circa) è stato messo a confronto con un europarlamentare (€ 15.000 netti, tra indennità e diaria). Diciamocelo: l’amore per la propria terra è nobile, ma non è tutto!
Quindi, non è un “ritiro”, è una “missione diplomatica di rientro”. Loro non mollano la Regione; semplicemente, hanno capito che l’opposizione la si fa meglio dall’estero, armati di un profilo da “leader nazionale”.
Il vero messaggio politico è: l’Europa è un’ottima base logistica. Se perdi in periferia, non ti preoccupare: c’è sempre un aereo per Bruxelles, dove la frustrazione per la sconfitta viene lenita da un assegno mensile che non conosce crisi.
E così, mentre i primi degli esclusi dalle liste regionali si preparano a fare un’opposizione che forse non farà dormire sonni tranquilli al vincitore, i nostri eletti “con la valigia” si godono il meritato ritorno alla burocrazia continentale. Dopo tutto, chi meglio di un europarlamentare fresco di sconfitta sa quanto sia importante la sicurezza economica?