Stadio Meazza

San Siro, nuova ombra sul destino dello stadio: l’istanza di un cittadino può davvero fermare la vendita?

Milano

A poche ore dal dibattito in Consiglio Comunale sulla delibera Stadio, la vicenda di San Siro si arricchisce di un colpo di scena inatteso. L’avvocato Gaetano Braghò avrebbe infatti depositato un’istanza per sollecitare la Soprintendenza a esprimersi sull’interesse storico-culturale del Meazza, chiedendo nel frattempo che sia sospesa ogni disposizione del bene fino al completamento della procedura.

La mossa — di cui è stato informato anche il notaio incaricato del rogito previsto a fine mese — potrebbe, almeno teoricamente, rallentare o posticipare la vendita dell’impianto, aprendo un nuovo fronte di incertezza in una partita già segnata da tensioni politiche e giuridiche.

A dare notizia dell’iniziativa è stato Riccardo Truppo, capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Marino, che ha colto l’occasione per criticare la giunta comunale:

«L’iniziativa di un singolo cittadino può mettere in difficoltà una sinistra milanese miope e sorda agli appelli giunti da più parti. Non siamo contrari a un nuovo stadio, ma chiediamo che San Siro venga tutelato — e questo è ancora possibile anche dopo la delibera e persino dopo il rogito, basta volerlo».

Parole che, se da un lato confermano la linea “conservativa” di FdI sul futuro del Meazza, dall’altro sollevano una serie di interrogativi giuridici e politici.
L’istanza di Braghò può davvero produrre effetti sospensivi? La Soprintendenza è obbligata a intervenire in tempi rapidi, e soprattutto, il Comune potrà procedere alla firma del rogito in presenza di una procedura di tutela aperta, anche solo in via cautelare?

Domande tutt’altro che secondarie, che rischiano di rimettere in discussione il calendario della cessione e di offrire all’opposizione un nuovo argomento per chiedere uno stop. Domani, durante la seduta del Consiglio, Fratelli d’Italia presenterà un ordine del giorno per impegnare il sindaco Sala ad attendere il pronunciamento della Soprintendenza.

Intanto, sullo sfondo, cresce l’impressione che la vicenda San Siro sia tutt’altro che chiusa. Dopo mesi di trattative, delibere e dichiarazioni contrastanti, basterà davvero un’istanza di un singolo cittadino per bloccare una vendita da centinaia di milioni? O si tratta solo di un atto simbolico, destinato a non fermare l’iter ma a evidenziarne le fragilità politiche e procedurali?

Una cosa è certa: la storia del Meazza continua a dividere Milano. E ora, più che mai, il destino dello stadio sembra appeso non solo alle decisioni di Palazzo Marino, ma anche alle carte di un avvocato e al parere della Soprintendenza.

1 thought on “San Siro, nuova ombra sul destino dello stadio: l’istanza di un cittadino può davvero fermare la vendita?

  1. Ringrazio l”Avvocato Gaetano Braghòvper questa iniziativa, auspicando una presa di coscienza e una valutazione oggettiva del valore storico del Meazza

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.