Milano, allarme azzardo: “Fenomeno in crescita inesorabile”

Milano

L’allarme sul fenomeno del gioco d’azzardo si intensifica a Milano e in Lombardia. Secondo i dati elaborati da Federconsumatori, Cgil e Fondazione Isscon e presentati dalla Camera del Lavoro, la città metropolitana di Milano si conferma il principale polo dell’azzardo online a livello regionale.

I Dati del Gioco a Milano:

  • A Milano e provincia, il giocato complessivo (fisico e online) è stimato in circa 3,9 miliardi di euro, con perdite che superano i 600 milioni.
  • La spesa media annuale pro capite (fascia 18+) nel capoluogo è di 3.377 euro.
  • Solo per il gioco online, la spesa media per cittadino adulto è di 2.093 euro, superando la media lombarda (1.711 euro) e allineandosi a grandi città come Roma (2.526 euro) e Torino (1.968 euro).
  • La sola Città Metropolitana di Milano concentra quasi il 40% dell’intera raccolta regionale del gioco online.
  • Comuni come Cernusco sul Naviglio (+27 milioni di raccolta online), Sedriano (+19 milioni) e Cinisello Balsamo (+23 milioni) hanno registrato incrementi particolarmente elevati in un solo anno.

La Situazione in Lombardia:

  • La Lombardia nel 2024 ha registrato perdite complessive per 3,9 miliardi di euro, quasi il 17% del totale nazionale stimato in 23 miliardi.
  • I giocatori online in Lombardia sono quasi 400.000.
  • La spesa media mensile per giocatore effettivo tocca i 2.600 euro, pari a oltre 31.000 euro all’anno, una cifra superiore a uno stipendio medio.

  • La raccolta complessiva in regione ha raggiunto 4,8 miliardi di euro, segnando una crescita del +18,9% rispetto al 2023 e del +34,6% rispetto al 2022.

L’Allarme Sociale: Cgil Milano e Federconsumatori lanciano l’allarme, definendo il fenomeno come “in continua ed inesorabile crescita, che produce effetti devastanti sui bilanci familiari e sulla vita di un numero sempre maggiore di persone”. Sottolineano che, nonostante l’aumento della povertà e della precarietà, il mercato del gioco d’azzardo nel Paese è il più fiorente d’Europa. La preoccupazione è che non vi sia una volontà politica di diminuire l’offerta di gioco, e la possibile compartecipazione delle Regioni alle entrate derivanti da esso non farebbe che aumentare l’offerta a discapito della salute pubblica e della coesione sociale.

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