Foliage in Italia e nel mondo: arte, gusto e natura nella stagione più poetica dell’anno

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Dal New England alle Dolomiti, dall’Umbria all’Etna, l’autunno diventa un viaggio sensoriale tra boschi, vino e cultura. Dalle fiere del tartufo ai festival d’arte, dai cammini letterari alle sagre di funghi e castagne, il foliage racconta un’Italia che vive il paesaggio come esperienza di bellezza e identità.

“L’autunno è una seconda primavera, quando ogni foglia è un fiore.”
Albert Camus scriveva così, sintetizzando in una frase l’essenza di un sentimento che unisce popoli e culture. Perché, al di là delle latitudini, l’autunno è la stagione della contemplazione, del ritorno, dell’introspezione.
Oggi quel sentimento prende forma anche nel turismo, con milioni di persone che ogni anno inseguono i colori del foliage tra Nord America ed Europa, alla ricerca di esperienze autentiche, estetiche e sensoriali.

Le origini del foliage: dal New England al mondo

La parola foliage nasce negli Stati Uniti e si radica nel New England, tra il Maine, il Vermont e il New Hampshire, dove la natura regala uno spettacolo senza eguali. Qui, da settembre a novembre, migliaia di viaggiatori percorrono le Scenic Byways — itinerari panoramici tra boschi di aceri e betulle — per assistere a quella che viene chiamata “leafpeeping season”.
Intere comunità vivono di questo turismo stagionale: a Stowe (Vermont) si celebra il Foliage Arts Festival, con esposizioni d’arte e musica folk; a Woodstock (New Hampshire) i colori si mescolano a sagre di sidro, miele e zucche; mentre nei parchi del Massachusetts si organizzano tour fotografici e letterari ispirati a Henry David Thoreau, l’autore di Walden, che in quei boschi trovò il senso della libertà.

L’idea che la natura, nel suo mutamento, possa essere arte vivente, è nata proprio lì. E da lì ha contagiato il mondo.

Il foliage europeo: romanticismo, cultura e lentezza

In Europa, la fascinazione per l’autunno arriva attraverso la pittura romantica e la letteratura ottocentesca: Caspar David Friedrich, Turner, Constable, ma anche Goethe e Byron hanno fatto del paesaggio autunnale un simbolo di malinconia e rinnovamento.
Oggi, paesi come la Baviera, l’Alsazia, la Foresta Nera e la Scozia sono mete predilette per chi ama il foliage in chiave europea.

In Germania, l’Herbstzeit (tempo d’autunno) è una vera stagione culturale: lungo la Romantische Straße i borghi ospitano festival dedicati a musica e artigianato, come quello di Rothenburgobder Tauber.
In Francia, tra i vigneti della Loira e della Borgogna, il foliage si fonde con il vino: mostre, mercati e degustazioni segnano il calendario dei mesi di ottobre e novembre.

In Inghilterra, i National Trust Gardens aprono i cancelli per percorsi dedicati ai colori delle querce e dei faggi, mentre Edimburgo ospita eventi di fotografia e poesia nei Royal Botanic Gardens.

Foliage come linguaggio culturale

Non è solo natura, non è solo turismo: il foliage è diventato una forma d’arte partecipata.
In Francia, il fotografo Yann Arthus-Bertrand ha dedicato una mostra itinerante alle “terre che cambiano colore”, mentre in Italia progetti come Borghi in Foliage (promosso da Touring Club e Borghi più belli d’Italia) valorizzano il legame tra paesaggio e identità locale.
Perfino l’UNESCO ha inserito il foliage come elemento di promozione del turismo sostenibile nei programmi “Man and Biosphere”.

 

Foliage italiano: arte, vino e riti d’autunno

Anche l’Italia, negli ultimi anni, ha scoperto la magia del foliage come racconto turistico. Ma qui, inevitabilmente, si intreccia con la cultura, il cibo, la spiritualità.

 

Nord Italia – Dove il bosco diventa teatro

Nell’Italia settentrionale l’esperienza più poetica arriva su rotaie: il Treno del Foliage, lo speciale convoglio turistico della Ferrovia Vigezzina–Centovalli, percorre la storica linea che collega Domodossola (Alto Piemonte) a Locarno (Svizzera).
Un viaggio lento e scenografico di 52 chilometri tra vallate, ponti e foreste che si accendono di rosso e oro. Il biglietto turistico include fermate intermedie, visite ai borghi e degustazioni, offrendo uno dei panorami autunnali più suggestivi d’Europa.
Un modo sostenibile e romantico di vivere l’autunno, dove ogni curva del treno sembra dipingere un quadro impressionista. In Trentino Alto Adige, il Dolomiti Foliage Festival trasforma i boschi in spazi scenici: concerti acustici tra i larici, performance d’arte, trekking letterari e yoga tra le montagne color rame.
A Lana, il Keschtnriggl celebra la castagna con percorsi nei castagneti, cene tradizionali e mostre fotografiche dedicate al rapporto tra uomo e natura.
Più a sud, nelle Langhe, il paesaggio collinare è un quadro vivente: la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba unisce arte culinaria, letteratura e mostre d’arte contemporanea, mentre a Cuneo, la Fiera del Marrone celebra la castagna con laboratori, degustazioni e concerti folk.

Il Piemonte, in autunno, è un museo diffuso di sapori e cultura: tra i vigneti, installazioni artistiche e reading accompagnano il tempo della vendemmia, mentre la natura dipinge con pennellate di rame l’inizio del silenzio invernale.

 

Centro Italia – L’Umbria e la Toscana tra sacro e profano

Nel cuore verde d’Italia, l’autunno ha il colore del vino nuovo e dell’arte che si rinnova.
In Umbria, tra Montefalco e Bevagna, le Cantine Aperte in Vendemmia accolgono i visitatori con degustazioni, laboratori sensoriali e mostre fotografiche nelle sale dei palazzi storici.
A Spoleto, Accade d’Autunno porta musica, teatro e arte contemporanea nelle vie della città; a Piegaro, la Sagra della Castagna e dei Prodotti Tipici unisce gastronomia e tradizione popolare.

Tra i luoghi più affascinanti, il Lago di Piediluco si accende di riflessi dorati e rossi. I boschi che circondano le sue rive si specchiano nell’acqua calma come in un quadro impressionista. Da anni, associazioni e operatori locali organizzano gite in battello, trekking fotografici e degustazioni di prodotti del territorio, tra pesce di lago, miele, olio e vini umbri. Piediluco è la porta ideale verso la Cascata delle Marmore, dove il foliage assume una potenza scenografica unica: i getti d’acqua bianchi come seta contrastano con i toni caldi del bosco circostante, creando un mosaico di colori e movimento.

Il percorso che unisce Piediluco e la Cascata delle Marmore è uno dei più amati per chi pratica turismo esperienziale: si può percorrere a piedi, in bicicletta o via acqua, con itinerari guidati lungo il fiume Nera.
Scendendo nella Valnerina, il paesaggio si fa più selvaggio e spirituale. Qui il foliage diventa quasi mistico: le foreste di faggi e le gole scolpite dal fiume offrono panorami spettacolari, mentre nei borghi di Ferentillo, Arrone e Scheggino il profumo del mosto e delle caldarroste accompagna le feste di paese.

In Toscana, la Val d’Orcia regala il suo spettacolo naturale, ma uno degli scenari più emozionanti del foliage italiano è quello del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, al confine tra Toscana e Romagna.
Qui, dal 24 al 26 ottobre 2025, torna il Fall Foliage Festival di Bagno di Romagna, giunto alla XII edizione. Il Parco, celebre per i suoi faggi secolari e il Sentiero delle Foreste Sacre, è un santuario naturale in cui il foliage si vive con tutti i sensi: la vista dei colori, il suono delle foglie, l’aroma del mosto e delle castagne arrostite, il gusto dei prodotti locali nelle rassegne di Sentieri di Gusto.
Un’esperienza che unisce spiritualità e convivialità, tipicamente italiana.

Sud Italia – Dal Vesuvio all’Etna, l’autunno del fuoco e dei sapori

Nel Sud, l’autunno ha il colore della lava e del sole.In Campania, la Sagra della Castagna e del Fungo Porcino di Roccamonfina è una festa antica: musica popolare, rievocazioni medievali e degustazioni di prodotti del bosco si alternano a spettacoli teatrali all’aperto. La Puglia regala un autunno che profuma di legno umido, ulivi e terra rossa.
Il Bosco di Faeto, nel Subappennino Dauno, e la Foresta Umbra nel Gargano sono i due cuori verdi del foliage pugliese: aceri, faggi, carpini e tigli colorano i sentieri di rosso e d’oro, mentre i raggi bassi del sole accendono i tronchi di luce calda. E nel Parco Naturale Regionale Terra delle Gravine, la macchia mediterranea si veste di intensità: il lentisco e il terebinto sfoggiano drupe rosse, i lecci e i carpini si tingono d’oro, disegnando un paesaggio che profuma di Sud autentico.

Ottobre in Puglia è anche tempo d’olio. La raccolta delle olive, tra ottobre e dicembre, coincide con eventi e celebrazioni che uniscono cultura, sapore e comunità.
A Mattinata, FèXtra (10–19 ottobre 2025) dedica un’intera rassegna all’olio extravergine del Gargano con masterclass, concerti, degustazioni e itinerari nei frantoi.
Spostandosi in Sicilia, ogni autunno il calendario si riempie di appuntamenti che celebrano i frutti della terra: a Zafferana Etnea l’Ottobrata Zafferanese è un rito collettivo: ogni domenica di ottobre il paese si anima con mercatini, artigianato, concerti e degustazioni di mosto, miele e castagne ai piedi dell’Etna.

Nel cuore del Parco delle Madonie, a Castelbuono, dal 24 al 26 ottobre la Funghi Fest unisce natura e arte culinaria con show cooking, itinerari naturalistici e incontri sulla biodiversità. Poco distante, a Roccapalumba, paese delle stelle, dal 17 al 19 ottobre, va in scena l’Opuntia Ficus Indica Fest. Degustazioni, mercatini, visite ai fichidindieti e laboratori sensoriali raccontano una tradizione secolare della coltivazione del ficodindia, con cui si preparano tanti prodotti dalle diverse parti della pianta.

Cultura e natura: un dialogo che si rinnova

Il foliage, in Italia, non è solo uno spettacolo naturale, ma un linguaggio che unisce arte, gusto e identità. Dalle Dolomiti all’Etna, ogni sfumatura d’autunno racconta un modo diverso di abitare la bellezza, di riconoscere il valore del territorio e delle sue tradizioni.È la natura, in autunno, a dettare il ritmo. L’uomo torna ad ascoltare, a osservare, a rallentare, come dice Pavese “Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo.”E forse è proprio questo che l’autunno ci ricorda: che la bellezza, come le foglie, cambia forma, ma non scompare mai. Resta nel colore dei paesaggi, nei gesti antichi, nelle parole di chi continua a credere che il turismo, quando è autentico, sia una forma di cultura.

 

Paola Idilla Carella

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