Carcere minorile Beccaria

Beccaria, via all’incidente probatorio: 33 ex detenuti pronti a testimoniare su presunte torture

Milano

Fissato per il prossimo 30 ottobre l’inizio del maxi incidente probatorio richiesto dalla Procura di Milano nell’inchiesta sui presunti pestaggi e le torture avvenute nel carcere minorile Beccaria. L’obiettivo è cristallizzare le testimonianze delle 33 presunte vittime (ex detenuti) in vista dell’eventuale processo.

L’udienza del 30 ottobre, ammessa dalla gip Nora Lisa Passoni, servirà principalmente a definire il calendario e il programma dei successivi appuntamenti, necessari per l’ascolto delle vittime.

L’Inchiesta e gli Indagati

L’inchiesta conta 42 persone indagate. Tra queste figurano agenti di polizia penitenziaria e tre operatori sanitari. Le accuse, a vario titolo, sono di tortura, maltrattamenti aggravati, falso e lesioni. Un indagato è accusato anche di violenza sessuale.

Tra gli indagati ci sono anche le ex direttrici Cosima Buccoliero e Maria Vittoria Menenti, chiamate a rispondere anche del non aver impedito le “condotte reiterate violente e umilianti” da parte degli agenti.

L’inchiesta è emersa pubblicamente nell’aprile del 2024, con l’arresto di 13 agenti di polizia penitenziaria e la sospensione di altri otto. Le violenze sarebbero avvenute principalmente in un ufficio del penitenziario e, successivamente, in celle definite dai giovani detenuti “di isolamento”, prive di telecamere.

Accuse Specifiche e Falsi Referti

Agli atti sono descritti diversi episodi di vessazione. Ad esempio, è riportato il caso di un ragazzo che, nel 2021, dopo aver tentato il suicidio, sarebbe stato colpito con schiaffi al volto e calci alla pancia, prima di essere portato in cella di isolamento.

I tre operatori sanitari indagati sono accusati di aver redatto “referti falsi o concordati con gli agenti” per coprire le lesioni riportate dai giovani detenuti. Inoltre, avrebbero assistito ad alcune aggressioni senza intervenire né segnalare i fatti.

Le indagini erano partite a seguito delle segnalazioni fatte alle istituzioni da alcune psicologhe, madri di ex detenuti e dagli ex detenuti stessi, e sono state condotte tramite intercettazioni e l’acquisizione delle immagini di videosorveglianza interna.

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