Negli ultimi anni l’inflazione ha inciso in maniera rilevante sulla pianificazione dei viaggi vacanze, ridisegnando le abitudini di spesa dei viaggiatori. Aumenti nei costi dell’energia, nei prezzi dei voli e nei servizi alberghieri hanno contribuito a un rialzo generalizzato, rendendo necessaria una valutazione più attenta delle destinazioni. Non tutte le mete, tuttavia, rispondono allo stesso modo: vi sono Paesi e città che permettono ancora di contenere i costi complessivi del soggiorno, mentre altre si confermano particolarmente onerose, anche a fronte di cambi valutari non favorevoli.
Le destinazioni italiane più accessibili
All’interno dei confini nazionali, alcune città si distinguono per un costo della vita relativamente contenuto. L’Unione Nazionale dei Consumatori ha evidenziato come centri di medie dimensioni, quali Benevento, Lodi o Novara, offrano un buon compromesso tra qualità dei servizi e spesa quotidiana ridotta. I prezzi di ristorazione, trasporti pubblici e strutture ricettive risultano inferiori rispetto alle grandi capitali del turismo nazionale, come Venezia, Firenze o Milano, dove il flusso costante di visitatori internazionali mantiene elevate le tariffe. Per chi sceglie l’Italia, dunque, il risparmio è possibile privilegiando mete meno inflazionate dal turismo di massa.
Le mete estere con cambio favorevole
Guardando all’estero, la differenza maggiore la fa il potere d’acquisto dell’euro. Paesi come Turchia, Argentina, Sudafrica, Thailandia e Indonesia garantiscono nel 2025 un cambio altamente vantaggioso per i viaggiatori italiani. In queste destinazioni il costo di ristoranti, alloggi e trasporti locali risulta sensibilmente inferiore rispetto alla media europea. Tale condizione permette di ridurre l’impatto dell’inflazione interna e di godere di esperienze di viaggio di lunga durata a prezzi accessibili. Di contro, soggiorni in aree a valuta forte, come Stati Uniti o Svizzera, continuano a richiedere budget elevati, con margini minimi di risparmio anche in bassa stagione.
Low cost sì, ma con cautela
La ricerca del risparmio non riguarda soltanto la scelta della destinazione, ma anche le modalità di prenotazione. Pianificare con largo anticipo, sfruttare piattaforme di comparazione e valutare periodi di bassa stagione rappresentano strategie consolidate per contenere la spesa complessiva. Tuttavia, la crescente domanda ha reso meno frequenti le tariffe realmente “stracciate” dei voli low cost. È quindi necessario distinguere tra offerte promozionali autentiche e semplici politiche di prezzo che mascherano costi aggiuntivi, come bagagli o servizi accessori. In questo contesto, la gestione consapevole del budget resta l’elemento più efficace per evitare sorprese.
Il ruolo della protezione assicurativa
Se i costi diretti di trasporto e soggiorno sono immediatamente percepibili, non meno rilevante è la valutazione delle spese impreviste. Viaggiatori attenti considerano fondamentale disporre di un’assicurazione che copra in caso di spese mediche, soprattutto in Paesi extraeuropei dove il sistema sanitario non è accessibile gratuitamente. Questa scelta, pur comportando un costo aggiuntivo, riduce il rischio di esborsi significativi dovuti a emergenze sanitarie. Nel bilancio complessivo del viaggio, dunque, l’assicurazione diventa una forma di tutela economica tanto quanto un elemento di sicurezza personale.
Comportamenti dei viaggiatori italiani
I dati più recenti mostrano come il 73% dei cittadini italiani abbia programmato almeno una vacanza all’estero nel 2025, con il 54% che sceglie mete fuori dall’Unione Europea. Si tratta di un segnale rilevante, poiché indica una crescente propensione a varcare i confini nonostante i rincari. È interessante notare come circa il 14% dei viaggiatori dichiari di essere disposto a spendere fino a 1.500 euro a settimana, a conferma di un mercato polarizzato tra chi ricerca esperienze esclusive e chi, al contrario, privilegia soluzioni economiche e cambio favorevole.
Dove non si risparmia davvero
Restano comunque numerose le destinazioni in cui l’inflazione ha reso quasi impossibile contenere i costi. Le grandi capitali europee – Parigi, Londra, Amsterdam – hanno registrato aumenti consistenti sia negli alloggi sia nella ristorazione, con effetti evidenti sul budget medio di una vacanza. Analogamente, le mete iconiche italiane continuano a rappresentare un investimento oneroso, giustificato dal loro prestigio ma difficilmente compatibile con un’ottica di risparmio.
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