bambini e smog

Il viaggio dei bambini attraverso lo smog di Milano

Milano

Il piccolo Amos, 9 anni, munito di un sensore, ha percorso i due chilometri che ogni giorno lo portano da casa a scuola, documentando la qualità dell’aria e lo smog che i bambini a Milano respirano quotidianamente. Lo strumento, sviluppato dall’Università Bicocca, ha registrato dati che mostrano chiaramente come il traffico stradale sia la principale causa di inquinamento per i più piccoli.

I dati raccolti includono le concentrazioni di particelle sottili (PM1, PM2.5, PM10) e il numero totale di particelle (Ntot). Le misurazioni hanno evidenziato notevoli variazioni a seconda delle zone attraversate:

  • In piazza Pompeo Castelli, una zona trafficata, si è registrato un picco di inquinamento, con il PM10 che ha toccato i 26 µg/m³ e l’Ntot che ha superato le 16.000 particelle/cm³.
  • In via dei Frassini, un’area più tranquilla vicino a un parco, i livelli di PM10 sono scesi a circa 20 µg/m³ e l’Ntot è calato sotto le 13.000 particelle/cm³.
  • Il valore massimo è stato registrato sul cavalcavia e in piazzale Lugano, dove l’Ntot ha raggiunto oltre 35.000 particelle/cm³.

Anche all’arrivo a scuola, nonostante una leggera diminuzione, i livelli di smog per i bambini sono rimasti elevati.

Questa iniziativa, promossa da “Cittadini per l’Aria” e dall’Università Bicocca in occasione della Giornata mondiale senz’auto, vuole sensibilizzare la popolazione senza allarmarla. Come ha sottolineato Gloria Pellone di “Cittadini per l’Aria”, l’obiettivo è far riflettere sull’impatto delle nostre scelte: “Meno auto significa più aria pulita, più sicurezza per i bambini, più spazio per muoversi”.

L’esperimento ha dimostrato che in via Castellino, chiusa al traffico, i livelli di particolato sono crollati, mentre a pochi metri di distanza, accanto a un’auto con il motore acceso, i valori sono schizzati alle stelle. Questo è un esempio concreto di quanto il traffico motorizzato influenzi il nostro benessere.

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