“Le parole di Sala non mi sorprendono affatto, nonostante nel discorso in aula del 21 luglio parlava del progetto stadio come se fosse una questione di vita o di morte della sua giunta. Se non altro della sua credibilità”.
Così il consigliere comunale di Forza Italia, Alessandro De Chirico (FI) commenta le parole del sindaco Giuseppe Sala. Dopo aver escluso sue dimissioni nel caso in cui la delibera sulla vendita di San Siro non venga approvata.
“Un’anticipazione ci era già stata data nei giorni scorsi dalla vicesindaco Scavuzzo che, nonostante l’incompetenza rimane ad occuparsi di una delega pesantissima come l’Urbanistica. In un periodo così nefasto di cui Milano non ha memoria, aveva già escluso l’anticipazione del voto in caso di voto contrario. Prosegue De Chirico, in puro stile post-comunista, l’attaccamento alle poltrone e al potere da parte del centrosinistra è imbarazzante. D’altronde, a ruoli invertiti, se un’amministrazione di centrodestra fosse stata minimamente scalfita da inchieste giudiziarie di tale portata i forcaioli del Pd (Majorino e co) da mesi sarebbero in piazza della Scala a chiedere la testa dei presunti innocenti, fino al terzo grado.
Le dichiarazioni odierne del sindaco sono un’avvisaglia di come potrebbe andare il voto in aula. Evidentemente i consiglieri favorevoli alla vendita delle aree, del Meazza e alla realizzazione del nuovo stadio non sono così certi.
Anzi. Su una cosa rispetto alle dichiarazioni del sindaco sono molto d’accordo. Se la delibera non passerà il futuro dello sviluppo dell’area non è precluso perché con lo studio che ho presentato con Arco Associati è dimostrato che, nonostante il vincolo, si potrà ristrutturare anche il secondo anello. Da verificare invece se ci giocheranno le squadre o si farà altro”.
Lo affermano i consiglieri dei Verdi Tommaso Gorini e Francesca Cucchiara.
“Per mesi abbiamo chiesto che la vendita di San Siro non fosse usata come condizione per la tenuta della consiliatura. Bene che oggi il Sindaco abbia escluso questa ipotesi, ma non deve più accadere che i consiglieri di maggioranza vengano messi sotto pressione con forzature simili. Sulla vendita ribadiamo la nostra netta contrarietà. La demolizione dello stadio avrebbe un impatto ambientale enorme, tale da vanificare anni di sforzi climatici del Comune. E il prezzo è una svendita: 160 milioni per alienare per sempre 280 mila mq e il Meazza è una cifra irrisoria, che su un bilancio da 4 miliardi non sposta nulla. Ci appelliamo quindi ai colleghi consiglieri di maggioranza: non si può avallare un’operazione che non porta alcun vantaggio reale al pubblico”.
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