Il ricordo del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa: un eroe!

Attualità

Da Milano con il ministro Nordio e i figli

Milano ricorda il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso 43 anni fa dalla mafia assieme moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente della scorta Domenico Russo. In piazza Diaz, al Monumento al Carabiniere, la cerimonia di commemorazione alla quale ha partecipato anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Presenti inoltre i rappresentanti dell’Arma, il questore, il prefetto, il sindaco Giuseppe Sala e i figli di Dalla Chiesa, Nando e Rita.

Del generale Dalla Chiesa ho un ricordo affettuoso perché insieme abbiamo condotto le indagini sulla colonna veneta delle Br nel 1981-82 – ha raccontato Nordio a margine della cerimonia -. Il ricordo più lacerante è l’incontro avvenuto pochissimi mesi prima della sua uccisione a Venezia. Quando era stato nominato prefetto ed era venuto a salutare noi della procura. Perché il nostro lavoro congiunto era stato essenziale nella demolizione della colonna veneta delle Br. Era un uomo di straordinario carisma, di grande senso dello Stato e anche di grande amabilità. Quindi è di particolare commozione rappresentare il governo ad una cerimonia di così alto significato”.

E il sindaco Sala ha aggiunto: “E’ giustissimo essere qui. La famiglia Dalla Chiesa è una famiglia che ha dato e continua a dare il suo contributo a Milano”.

Del rapporto tra la città e il generale ha parlato anche Rita Dalla Chiesa“Mi sento grata a Milano, perché ha una memoria molto forte su mio padre noi ci sentiamo profondamente legati a questa città, ci abbiamo vissuto, mio padre ci ha combattuto, ha liberato Milano dalle Br e dal terrorismo. Milano fa parte del nostro Dna e quindi quando dobbiamo commemorare papà, oggi lo stanno facendo in tutta Italia, ma abbiamo preferito rimanere qui”, ha detto.

Da Palermo con il Ministro Piantedosi

 Rappresentanti politici, Forze dell’ordine e cittadinanza, tutti insieme per celebrare il ricordo del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa nel luogo in cui, 43 anni fa, Cosa nostra lo uccise insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’autista Domenico Russo, in via Isidoro Carini, a Palermo.

Per onorarlo sono state deposte diverse corone di fiori attorno alla targa che lo commemora. Presenti tra gli altri il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il prefetto di Palermo Massimo Mariani, l’assessore regionale ai Beni culturali Francesco Paolo Scarpinato, il procuratore capo di Palermo Maurizio De Lucia e le massime autorità civili e militari: tutti uniti nel ricordo del generale, che dopo la lotta alle Brigate rosse si era messo a disposizione anche per quella contro la mafia pagando con il prezzo più caro: il 3 settembre 1982 la reazione di Cosa nostra fu violentissima e si materializzò con l’eccidio di via Carini.

“Dalla Chiesa è stato un servitore dello Stato che non solo ha sacrificato la propria esistenza per l’affermazione dei principi di democrazia, libertà e legalità, ma ha lasciato un messaggio che vive ancora in questi anni e di cui abbiamo tanto bisogno – sottolinea Piantedosi – Il nostro paese è cambiato, ma anche la criminalità organizzata è cambiata. Il metodo Dalla Chiesa è fatto di ostinazione, dedizione e affermazione di un mondo più libero e giusto: lui è un esempio per tutti noi, non solo per chi doverosamente afferma i valori di legalità. La mafia di oggi uccide di meno, ma non per questo è meno pervasiva e pericolosa per i nostri valori democratici, perchè fa affari e inquina i circuiti legali dell’economia e delle istituzioni”.

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