Giornata di protesta per la liberazione degli ostaggi in Israele

Esteri

“Il tempo è scaduto, Trump” un messaggio diretto al presidente degli Stati Uniti è scritto a caratteri cubitali sulla sabbia di una spiaggia di Tel Aviv, accanto a una grande bandiera israeliana con i ritratti degli ostaggi trattenuti a Gaza, con la didascalia “50 ostaggi non possono aspettare, liberateli”.

E’ iniziata così la giornata di mobilitazione in Israele per chiedere la fine della guerra a Gaza e il ritorno degli ostaggi trattenuti nella striscia. I manifestanti sono scesi in piazza in vista di una riunione del gabinetto di sicurezza prevista per stasera. Nel paese cresce la tensione a fronte dell’operazione per il controllo di Gaza City. L’Idf sta richiamando circa 60mila riservisti per l’offensiva.

Il Ministro della Difesa ha anche approvato i “preparativi umanitari” per il milione di civili palestinesi che, secondo le stime, saranno sfollati da Gaza City verso il sud della Striscia. Il governo israeliano è duramente criticato anche dalla comunità internazionale, in particolare dopo l’attacco all’ospedale all’ospedale Nasser a Khan Younis che ha provocato la morte di venti palestinesi tra cui cinque giornalisti.

In uno striminzito comunicato l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha scritto: “Israele si rammarica profondamente per il tragico incidente avvenuto all’ospedale Nasser di Gaza. Israele riconosce il valore del lavoro dei giornalisti, del personale medico e di tutti i civili. Le autorità militari stanno conducendo un’indagine approfondita”.

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