Arnaldo Pomodoro, Giuli: la sua eredità è patrimonio dell’umanità

Milano

Con la scomparsa di Arnaldo Pomodoro l’Italia perde un protagonista indiscusso e riconoscibile della scultura contemporanea. Un artista che con la sua opera monumentale e riflessiva ha saputo attraversare decenni di storia mantenendo sempre viva la tensione tra materia e pensiero. Le sue ‘Sfere’ dischiuse e ferite ci parlano ancora oggi di fragilità e complessità dell’umano e del mondo. A nome mio personale e del Ministero della Cultura esprimo cordoglio e vicinanza alla famiglia. Ma anche alla Fondazione che porta il suo nome, impegnata a custodire e divulgare un’eredità culturale che è patrimonio dell’intera umanità”. Lo ha dichiarato il ministro della Cultura Alessandro Giuli.

“Con la scomparsa di Arnaldo Pomodoro il mondo dell’arte perde una delle sue voci più autorevoli, lucide e visionarie.

Il Maestro lascia un’eredità immensa, non solo per la forza della sua opera, riconosciuta a livello internazionale, ma anche per la coerenza e l’intensità del suo pensiero. Egli era capace di guardare al futuro con instancabile energia creativa”. Così la Fondazione Arnaldo Pomodoro, con sede a Milano, ricorda lo scultore scomparso.

Il messaggio, riportato sul sito della Fondazione, ricorda le parole dell’artista: ““Non ho mai creduto alle fondazioni che celebrano un solo artista come unicum. L’artista è parte di un tessuto di cultura, il suo contributo attivo non può venire mai meno ed è per questo che ho concepito la mia Fondazione. Questa è come un luogo attivo e vivo di elaborazione culturale, oltre che come centro di documentazione della mia opera. E’ capace di fare proposte originali e non solo di conservare passivamente. Ma il meglio deve ancora venire: questo è stato solo un inizio e nelle mie intenzioni il progetto – rivolto ai giovani e al futuro – si deve radicare, fare della continuità un elemento ineludibile..”.

“La Fondazione, nata da questa visione e forte della direzione tracciata da Arnaldo Pomodoro nel corso di trent’anni – scrive Carlotta Montebello, direttore generale della Fondazione -, continuerà ad operare secondo la volontà del fondatore, garantendo la conservazione e la valorizzazione della sua opera, impegnandosi a diffondere il proprio patrimonio materiale e immateriale attraverso la realizzazione di mostre, eventi e iniziative in uno spazio inventivo, quasi sperimentale, di studio e confronto sui temi dell’arte e della scultura, che mira a un coinvolgimento, profondo e globale, con le persone e la società.

Mancherai a tutti noi Arnaldo e faremo tesoro dei tuoi insegnamenti”.

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