Il mondo dell’urbanistica milanese è in ebollizione, con l’inchiesta sulle Park Towers di via Crescenzago 105 che sta mettendo a nudo presunti “sistemi di speculazione” e “corruzione”. L’avvocato Fabio Todarello, con una provocazione diretta alla Procura di Milano, ha lanciato un guanto di sfida: “Se il PGT di Milano è illegale, abbiate il coraggio di indagare le ultime tre giunte comunali”.
L’attenzione si concentra sulla decisione del GUP Alessandra Di Fazio, che si è presa un mese in più, fino al 23 luglio, per stabilire se rinviare a giudizio l’immobiliarista Andrea Bezziccheri, il progettista Sergio Asti e altri quattro imputati. Sebbene siano già in corso altri processi sull’urbanistica, le Park Towers sembrano avere un peso particolare. Sono la prima di venti inchieste che hanno scosso il settore edilizio, la prima in cui un GIP ha dato ragione ai PM (pur senza sequestrare gli immobili) e la prima a finire sotto la lente della Corte dei Conti.
La Contesa sulla “Ristrutturazione” e i Servizi Pubblici
Il nodo centrale della questione è se le torri di 81 e 59 metri, sorte sulle ceneri di un deposito demolito, possano essere considerate una ristrutturazione anziché una nuova costruzione. I legali della difesa sostengono di sì, richiamando una recente sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Sicilia, che ha esteso il concetto di ristrutturazione anche a edifici demoliti e ricostruiti su lotti differenti. Questa interpretazione, a loro avviso, è “aderente” alle normative del 2013, 2020 e 2022 che hanno ampliato la definizione di ristrutturazione. Alcuni vedono in questa sentenza un possibile segnale per il “caso Milano”, mentre tra gli amministrativisti si spera in un nuovo intervento legislativo per chiarire la materia, soprattutto dopo l’affossamento della legge “Salva Milano” a seguito dell’arresto di Giovanni Oggioni, ex plenipotenziario dell’Urbanistica.
Per la Procura, invece, la sentenza siciliana non è applicabile al caso milanese. Gli inquirenti contestano i falsi nelle relazioni asseverate, che sostengono che le torri non avrebbero generato “aggravio sulle infrastrutture”, e individuano un “sistema” che avrebbe avuto origine negli uffici comunali e sarebbe arrivato fino alla commissione per il paesaggio. Sottolineano che, sebbene esistano “scelte di natura politica” discrezionali, queste diventano “inderogabili” una volta prese e non possono derogare la normativa vigente.
Un altro punto di scontro riguarda la questione dei servizi pubblici. I costruttori sostengono che Crescenzago possa accogliere 40.000 nuovi abitanti senza bisogno di aumentare le dotazioni, dato che il PGT 2012 e una consulenza pre-permessi attesterebbero la presenza di oltre 50 metri quadrati di servizi per abitante, a fronte dei 18 imposti dalla legge. Affermano che l’obiettivo politico del sindaco Sala, ovvero la crescita demografica della città verso 1,5 milioni di residenti, sia in linea con il “nuovo carico urbanistico” generato dai 102 appartamenti e 321 abitanti delle Park Towers.
Questione di Soldi e Interpretazioni Normative
Infine, la questione economica: per tutelare gli acquirenti di case potenzialmente abusive, Bluestone ha convertito tutta la superficie delle Park Towers in “nuova costruzione”, richiedendo al Comune la restituzione di 260.000 euro pagati in eccesso. Il Comune, tuttavia, ha risposto con una richiesta di conguaglio di 1,3 milioni di euro, applicando nuove tabelle tributarie che non sarebbero state richieste se la qualificazione giuridica fosse rimasta “ristrutturazione”. Curiosamente, nella stessa nota, il Comune ha ribadito la “correttezza” della ristrutturazione, citando una circolare congiunta dei Ministeri delle Infrastrutture e della Pubblica Amministrazione del 2 dicembre 2020 che definisce la ristrutturazione come “qualsiasi intervento di demolizione e ricostruzione anche con caratteristiche molto differenti rispetto al preesistente”.
La Procura ha chiarito che le circolari non hanno forza di legge, ma in questa complessa vicenda, ogni parola sembra avere un peso enorme. Il dibattito si snoda tra la sottile linea che separa verità, menzogna e opinabilità, e il futuro delle Park Towers, e forse dell’edilizia in Italia, dipenderà dalle interpretazioni che verranno date a queste complesse norme.
Quali saranno le conseguenze di questa battaglia legale sull’urbanistica milanese?
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