“Città intelligenti, destinazioni possibili: lo Smart Tourism come leva per la competitività urbana”

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Tecnologie, identità e governance: come le città europee stanno ripensando il turismo per renderlo più sostenibile, inclusivo e connesso al territorio.

Chi l’ha detto che una città è smart solo quando è digitale? Essere intelligenti oggi, per un territorio, significa saper leggere i bisogni del presente e progettare il futuro con visione, tecnologia e umanità. Significa trasformare il turismo in un’occasione non di consumo, ma di relazione. Dove il visitatore diventa cittadino temporaneo, e l’innovazione non si misura solo nei sensori ma nella capacità di includere. In Europa cresce il numero di città che non solo si dotano di infrastrutture smart, ma si raccontano in modo autentico, sostenibile, accessibile. È qui che prende forma una nuova idea di competitività urbana, fatta di scelte coraggiose, investimenti condivisi e strategie lungimiranti. Ed è su questo terreno che si gioca la vera sfida del turismo del futuro.

Il concetto di “smart city” si sviluppa all’intersezione tra innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e partecipazione civica. Per l’Unione Europea, una città è considerata intelligente quando riesce a ottimizzare infrastrutture e servizi grazie all’integrazione delle tecnologie digitali (ICT), puntando non solo all’efficienza, ma anche a una migliore qualità della vita, coesione sociale e crescita competitiva.

Barcelona

Il modello smart non si esaurisce nell’introduzione di strumenti digitali: è una visione complessiva che connette tecnologia, governance e cittadinanza attiva. Secondo lo “Smart City Index 2024” dell’IMD, i centri urbani piùevoluti in Europa sono Zurigo, Oslo, Copenaghen e Helsinki. L’Italia si difende con Milano (45ª su 142 città analizzate), seguita da Bologna e Torino, che mostrano buone pratiche nonostante limiti strutturali e una governance a tratti discontinua.

Esempi emblematici come Amsterdam e Barcellona dimostrano che essere smart significa anche sviluppare una governance condivisa, una pianificazione urbana coesa e una sensibilità sociale marcata. Barcellona ha introdotto politiche di open data con il progetto DECODE, per restituire il controllo delle informazioni ai cittadini; Amsterdam ha avviato living lab nei quartieri, testando soluzioni digitali con un approccio partecipato.

Milano

In ambito italiano, Milano ha lanciato il piano “Milano 2030” e investito in infrastrutture intelligenti come la metro automatizzata M4 e sistemi avanzati di monitoraggio ambientale. Bologna sperimenta la modellazione urbana con il suo Digital Twin, Torino esplora l’automazione della mobilità, mentre Firenze punta sulla digitalizzazione culturale e l’engagement civico. Tuttavia, la mancanza di una strategia nazionale organica rischia di frammentare i risultati.

Perché lo Smart Tourism è strategico per la Commissione europea

Il turismo intelligente risponde a nuove sfide e bisogni in un settore in rapida evoluzione, che include lo sviluppo di strumenti digitali, prodotti e servizi innovativi; pari opportunità e accesso per tutti i visitatori; sviluppo sostenibile del territorio; e sostegno alle industrie creative, ai talenti locali e al patrimonio culturale. Il turismo rappresenta una delle attività socio-economiche più importanti dell’Unione Europea, incidendo per circa il 10% sul PIL. Il settore ha un ruolo fondamentale nella generazione di crescita e occupazione, ma presenta ancora potenzialità inesplorate – in particolare nell’ambito del turismo smart.

Sotto l’egida dello Smart Tourism, la Commissione Europea ha lanciato due importanti competizioni per promuovere il turismo intelligente e sostenibile nell’UE, rafforzare le destinazioni e facilitare la condivisione delle migliori pratiche.

La prima, European Capital of Smart Tourism, riconosce le città europee che si sono distinte per risultati eccezionali in quattro categorie: sostenibilità, accessibilità, digitalizzazione e valorizzazione del patrimonio culturale e creativo.

La seconda, European Green Pioneer of Smart Tourism, successore del concorso EDEN (EuropeanDestinations of Excellence), premia le destinazioni minori che hanno adottato strategie efficaci di transizione ecologica per rafforzare il turismo sostenibile.

L’iniziativa è attualmente finanziata nell’ambito del programma europeo Single Market Programme (SMP), ed è il frutto di un’azione preparatoria proposta dal Parlamento Europeo e attuata dalla Commissione.

Nel 2025, Torino (Italia) e Benidorm (Spagna) sono state selezionate rispettivamente come Capitale Europea del Turismo Intelligente e Pioniere Verde del Turismo Intelligente, tra 37 città candidate da 16 paesi. Torino ha colpito la giuria per i suoi progetti articolati e innovativi, mentre Benidorm si è distinta come modello replicabile di transizione verde.

Dublino

Dublino – Capitale Europea del Turismo Intelligente 2024
“Ogni decisione che abbiamo preso partiva da una semplice domanda: ne trarranno beneficio i residenti e i visitatori della nostra città? Questo principio ha guidato ogni iniziativa, portandoci alla creazione della prima Strategia di Smart Tourism per Dublino. È stata una storia fatta di speranze, insuccessi e cambiamento, che ha trasformato profondamente il nostro modo di pensare al turismo. Consiglio vivamente a ogni città europea di candidarsi: entrare in questa rete significa incontrare persone straordinarie e tornare ispirati.”

— Nollaig Fahy, Tourism Innovation Manager, Dublin City Council Culture Company

Siviglia – Capitale Europea del Turismo Intelligente 2023

Siviglia

“Essere riconosciuti come Capitale Europea ci ha permesso di rafforzarci come meta turistica sostenibile e innovativa. Abbiamo migliorato le infrastrutture, partecipato a numerosi congressi e creato nuove sinergie a livello nazionale e internazionale.”

— Federico Rollán, Head of Smart Tourism Office, Seville

Un modello per misurare le città turistiche smart

Valutare una città in ottica smart tourism richiede indicatori che misurino:

  • il grado di coinvolgimento della cittadinanza;
  • l’estensione e qualità delle infrastrutture digitali;
  • le politiche per la mobilità sostenibile;
  • la capacità di arricchire l’esperienza turistica con tecnologie immersive e narrazioni culturali;
  • l’impatto ambientale e sociale delle attività turistiche.

Fonti come DESI, UNWTO ed Eurostat forniscono benchmark utili a costruire una valutazione comparativa e dinamica tra territori.

Politiche urbane e smart city nel mondo

Fuori dall’Europa, città come Singapore, New York, Seoul e Parigi rappresentano modelli avanzati di integrazione tecnologica e sostenibilità. Il piano “Smart Nation” di Singapore digitalizza servizi e mobilità; New York fonde visione ambientale e inclusività sociale con il progetto “OneNYC 2050“; Seoul utilizza piattaforme predittive per anticipare bisogni urbani; Parigi riforma la mobilità urbana attraverso investimenti in ciclabilità e spazi pubblici.

Questi esempi sottolineano come l’intelligenza urbana non sia questione meramente tecnica, ma il risultato di una governance orientata al bene comune.

Turismo urbano: sostenibilità, entropia e opportunità

Il turismo urbano rappresenta un’importante leva economica, ma può facilmente trasformarsi in un elemento di squilibrio se non viene pianificato con lungimiranza. Una città davvero vivibile deve riuscire a bilanciare, in modo dinamico, le esigenze di chi la abita e di chi la visita, senza sacrificare né l’identità locale né la qualità della vita.

Pensare al turista come a un cittadino temporaneo è un cambio di prospettiva essenziale: significa riconoscergli diritti, aspettative e bisogni affini a quelli dei residenti. Non si tratta solo di accoglierlo, ma di integrarlo momentaneamente in un tessuto urbano attivo e autentico.

Le realtà urbane più evolute non puntano su offerte standardizzate, ma su esperienze vere, radicate nella vita quotidiana. L’offerta culturale diventa partecipativa, condivisa, più connessa al racconto dei luoghi che alla loro messa in vetrina. Un turismo così pensato non consuma la città, ma la rivitalizza.

Vocazione del territorio: tutti i luoghi possono essere turistici?

Non ogni contesto ha una naturale predisposizione al turismo. La vocazione di un luogo si misura nella sua identità culturale, nel paesaggio, nella capacità di accoglienza e nella resilienza delle sue comunità. Forzare lo sviluppo turistico in territori non adatti rischia di provocare effetti indesiderati: consumo del suolo, perdita di autenticità, pressioni sociali.

Una visione smart può supportare la selezione consapevole dei territori su cui puntare, attraverso dati, analisi predittive e valutazioni di impatto. Ci sono aree con una forte capacità di narrazione, altre con potenzialità rigenerative o comunità attive che possono fare del turismo uno strumento di sviluppo. La vera intelligenza sta nel riconoscere limiti e opportunità, evitando la logica dell’omologazione.

Paola Idilla Carella

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