Piazza Tienanmen 36 anni dopo, Hong Kong: commemorazioni vietate

Esteri

Dopo il grido per la democrazia di Piazza Tienanmen, vietato ricordare l’eroismo dei tanti uccisi durante la repressione. Questa è la Cina. Alla vigilia del 36esimo anniversario della sanguinosa repressione delle proteste di piazza Tienanmen a Pechino (1989), il capo del governo di Hong Kong, John Lee, ha messo in guardia contro qualsiasi commemorazione pubblica, affermando che “qualsiasi attività deve essere conforme alla legge”. 

“Indipendentemente dal giorno, tutte le attività devono rispettare le leggi e non violarle. Le forze dell’ordine affronteranno qualsiasi violazione nel rispetto della legge”, ha sottolineato Lee, che in merito al nuovo direttore dell’Ufficio di collegamento di Pechino a Hong Kong, Zhou Ji, sottolinea come sia una persona “umile” e “pragmatica”. “Ha una vasta esperienza nell’amministrazione locale, nutre un profondo interesse per gli interessi di Hong Kong ed è un convinto sostenitore dell’attuazione fedele e corretta del principio ‘un Paese, due sistemi’”, ha aggiunto.

È dal 2020 che Hong Kong ha vietato le commemorazioni pubbliche del 4 giugno, cioè da quando Pechino ha imposto nella ex colonia britannica la legge sulla sicurezza nazionale per reprimere il dissenso dopo le massicce proteste pro-democrazia a Hong Kong del 2019.

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