La Procura di Milano ha chiesto condanne che vanno da tre a sei anni di reclusione per gli undici anarchici coinvolti negli scontri durante la manifestazione pro-Cospito dell’11 febbraio 2023 a Milano. Secondo i PM Leonardo Lesti e Francesca Crupi, non si trattò di una semplice protesta, ma di un raduno premeditato per degenerare in vera e propria guerriglia urbana. Le richieste sono state presentate ieri mattina davanti ai giudici della decima sezione penale del Tribunale di Milano.
Le accuse principali
Le accuse mosse agli imputati includono resistenza a pubblico ufficiale aggravata, danneggiamento e travisamento. I pubblici ministeri hanno sottolineato come, in quella giornata, siano state imbrattate vetrine di banche e negozi, danneggiate automobili e lanciati petardi, bombe carta e fumogeni. Molti degli indagati erano già noti alle forze dell’ordine, il che ne ha facilitato il riconoscimento.
Le pene richieste
La pena più severa, pari a sei anni di reclusione, è stata richiesta per un trentenne di Sesto San Giovanni, gravato da recidiva e precedenti per resistenza. Per due donne, invece, le richieste sono più lievi, tra sei mesi e un anno di reclusione, oltre a multe tra i 1.000 e i 2.000 euro, non essendo stata contestata loro l’aggravante di resistenza a pubblico ufficiale.
La cronaca degli scontri del 2023
La manifestazione dell’11 febbraio 2023, cui ne seguirono altre, era stata organizzata per esprimere solidarietà ad Alfredo Cospito, anarchico condannato a 10 anni per l’attentato a Roberto Adinolfi e a 20 anni per l’esplosione di due bombe. In quei giorni, Cospito era in sciopero della fame contro il regime di 41-bis e trasferito in ospedale.
Circa quattrocento persone partirono in corteo da Piazza XXIV Maggio in direzione Viale Col di Lana. Fin da subito, ci furono lanci di gavettoni verso i giornalisti, seguiti da danneggiamenti a una filiale del Credit Agricole in Viale Bligny e a un’agenzia immobiliare. Intorno alle 18:10, la polizia ha bloccato il corteo all’angolo tra Viale Sabotino e Via Agnesi. Nel tentativo di superare il cordone che impediva loro di proseguire verso Piazza Medaglie d’Oro, gli anarchici hanno risposto alle cariche di alleggerimento con il lancio di bombe carta, bottiglie e pietre, devastando anche il dehor di un bar e gettando i cestini dei rifiuti in strada.
Dopo essere stato bloccato in Viale Sabotino, il corteo ha attraversato Via Giulio Romano, Via Bellezza, Via Vittadini e Via Salasco, per poi tornare in Piazza XXIV Maggio, causando ulteriori danni lungo il percorso. La manifestazione si è conclusa nei pressi della Darsena, con le forze dell’ordine che si sono concentrate con tutti i mezzi vicino a Viale Gorizia.
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