La raza viscontea o sole raggiato, simbolo di potere delle casate milanesi

Milano

La raza viscontea, o radia magna, è un sole a raggi rossi e gialli che ricordano il biscione simbolo del casato visconteo.

I Visconti, signori di Milano dal 1277 al 1395, adottarono la raza come emblema tanto che questa compare in alcuni monumenti di Milano tra cui, i più famosi, il Duomo, il Castello Sforzesco e Santa Maria delle Grazie.

Voluta da Gian Galeazzo Visconti come elemento araldico, la più famosa è presente sulla facciata del Duomo, all’interno del finestrone della navata centrale dell’abside che raffigura la Vetrata dell’Apocalisse.

La raza è a sua volta, legata al motto dell’impresa di Gian Galeazzo Visconti, cioè “A bon droyt”, a buon diritto, in francese antico, motto coniato da Francesco Petrarca in onore del duca e impresso su un cartiglio tenuto nel becco da una colomba.

Tale impresa detta della Colombina o della Tortora, prima  dai Visconti e dagli Sforza poi, non è da intendersi col significato di oggi, cioè un’attività, un cimento, bensì è intesa come una raffigurazione araldica, un simbolo, in cui viene inciso o dipinto un motto che caratterizza quella specifica casata.

Addirittura nel Castello Sforzesco esiste una sala, la Sala 13 o Sala delle Colombine, dove Bona di Savoia, moglie di Galeazzo Maria Sforza decise di fare raffigurare sulla volta dipinta, la forma della colombina nel sole raggiante su fondo rosso e tenendo il motto visconteo.

La raffigurazione della raza viscontea nel Duomo di Milano, in particolare, aveva invece il compito di dare legittimazione al potere di Galeazzo sulla città, ma in questo caso non viene riportata la colomba col motto.

La raza del Duomo inoltre ha meno raggi di quelli che dovrebbe avere e sono presenti ai lati le figure di Dio e della colomba dello Spirito Santo per cui diventa un simbolo più religioso che non politico, perchè in questo caso rappresenta Gesù Cristo, in veste di Sole della Giustizia.

A dare più legittimazione alla raza dei Visconti sopperiscono ancora una volta i tarocchi viscontei, nel cui mazzo, nella carta del cavaliere di coppe (che in realtà è una dama) compare la Colombina e in alcune lame (carte) del seme di bastoni e di spade è dipinto un cartiglio con la scritta “A bon droyt”.

La simbologia e le rappresentazioni della raza verranno poi riprese da Galeazzo Sforza, allorchè assurse al potere alla fine della dinastia Visconti e successivamente adottate anche da Ludovico il Moro, per legittimare la sua ascesa.

La raza resterà un simbolo ancora per tutto il suo regno, per poi eclissarsi nelle decorazioni e scomparire del tutto,  restando comunque un’emanazione del suo tempo.

Eleonora Prina

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