Allarme sfratti a Milano: oltre 2000 casi nel 2024, la crisi abitativa si aggrava

Milano

A Milano, la crisi abitativa si aggrava, con un aumento significativo degli sfratti nel 2024, superando i duemila casi registrati dal tribunale. Questa tendenza, evidenziata dal Sicet Cisl, rivela un’emarginazione crescente che colpisce non solo i nuclei familiari più vulnerabili, ma anche quelli con redditi che un tempo sarebbero stati considerati “normali”.


Le Cause degli Sfratti: Affitti Inaccessibili e Difficoltà Impreviste

Mattia Gatti, segretario provinciale del Sicet Cisl, sottolinea come la morosità sia spesso una conseguenza diretta di affitti che assorbono una percentuale eccessiva del reddito familiare, superando frequentemente il 40%, e in molti casi anche il 50% o il 60%. Basta una spesa inattesa, come cure mediche o un calo temporaneo del reddito (cassa integrazione, diminuzione degli straordinari, perdita di un lavoretto), per far precipitare le famiglie nell’impossibilità di pagare l’affitto. Questo fenomeno colpisce anche famiglie monoreddito o con due stipendi insufficienti a coprire i canoni elevati.

Oltre agli sfratti per morosità, si registra un incremento anche per finita locazione. I proprietari, attratti dalla prospettiva di maggiori guadagni tramite affitti brevi o vendite redditizie, spesso decidono di non rinnovare i contratti. In alcuni casi, interi stabili vengono acquisiti da nuovi gestori che scelgono di liberare gli appartamenti, rendendo ancora più ardua la ricerca di soluzioni abitative alternative per gli inquilini. Gatti evidenzia come, a differenza di pochi anni fa, quando era possibile ricollocarsi, magari in periferia, oggi trovare una nuova casa in affitto è diventato estremamente difficile.


La Diminuzione delle Case Popolari e gli Alloggi Sfumati

Alla complessa situazione degli sfratti si aggiunge una contrazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica. Negli ultimi sei anni, gli appartamenti gestiti da Aler e Comune di Milano (tramite MM) sono diminuiti da 65.986 nel 2019 a 62.457. Questa riduzione è dovuta sia alle vendite, sia a processi di “valorizzazione” che sottraggono le case popolari alla loro destinazione originaria, assegnandole con bandi a canoni più elevati e destinati a chi ha redditi superiori.

Un altro problema significativo è rappresentato dalle case popolari che rimangono sfitte per mesi, a volte anche dopo il rilascio. Spesso si tratta di immobili che si intende “valorizzare” in futuro, ma che, in assenza di manutenzione, si deteriorano rapidamente. Gatti denuncia come, in molti casi, questi appartamenti vuoti mantengano comunque i riscaldamenti accesi e le spese condominiali a carico della collettività. Inoltre, murare gli alloggi sfitti impedisce qualsiasi verifica del loro stato.


Mancanza di Impegni per l’Edilizia Popolare

Per quanto riguarda le nuove costruzioni, le uniche iniziative in corso, come il piano straordinario dell’ex assessore Bardelli, si concentrano sull’edilizia a canone calmierato, pensata principalmente per il ceto medio piuttosto che per le fasce più deboli. Il Sicet Cisl ha richiesto che una quota significativa delle nuove case sia riservata all’edilizia popolare, ma al momento non esistono impegni vincolanti in tal senso. Gatti conclude con un appello chiaro: «Serve una scelta politica chiara: la casa deve tornare a essere considerata un diritto, non solo una voce di bilancio».

1 thought on “Allarme sfratti a Milano: oltre 2000 casi nel 2024, la crisi abitativa si aggrava

  1. Intanto gli abusivi nelle case popolari continuano a stare negli alloggi comodi comodi e senza pagare, talvolta da anni….

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