Sono scattate le manette a Milano per due uomini, uno di 71 anni radiologo in pensione e l’altro di 42. L’accusa è violenza sessuale di gruppo. Dal 2016, avrebbero adescato donne convinte di partecipare a dei video per promuovere una clinica risultata inesistente.
L’inchiesta, secondo le indagini condotte dai carabinieri, coordinati dal pm Antonio Pansa, è scaturita da una denuncia presentata da una giovane nel giugno 2024. Secondo quanto emerso dall’inchiesta, le ragazze venivano selezionate tramite annunci di lavoro, dove dietro compenso, era richiesto loro di registrare dei video promozionali in favore di una clinica medica chiamata “Centro Clinica Italia” risultata poi inesistente. Le giovani venivano così portate in un immobile preso in affitto in centro a Milano, che veniva presentato come una vera clinica nel quale subivano abusi durante finte visite ginecologiche. Secondo le indagini a fronte di 135 ragazze che avevano risposto agli “annunci” soltanto sei hanno effettivamente partecipato alle visite.
Alcune delle vittime sono state riprese durante gli abusi ed almeno tre hanno avuto più incontri con i due uomini. Molte altre una volta capito le reali intenzioni dei due uomini, hanno rifiutato di proseguire.
Il ruolo dei due arrestati e le modalità di adescamento
Il medico, in pensione da tempo, e il suo complice, responsabile della registrazione dei video, agivano nascondendosi dietro finte generalità femminili nelle comunicazioni tramite e-mail allo scopo di ingannare le vittime. Una volta conquistata la loro fiducia, le ragazze venivano indotte a girare video pornografici contro la loro volontà. Le violenze venivano documentate in video, alcuni dei quali sono stati sequestrati durante le perquisizioni. L’operazione dei carabinieri ha portato alla scoperta di un sistema basato sulla manipolazione e sullo sfruttamento delle giovani donne.
Questo metodo dimostra come le vittime, spesso vulnerabili, possano essere manipolate attraverso la promessa di opportunità lavorative false. Gli arrestati sono ora sotto custodia cautelare in attesa di ulteriori sviluppi processuali.
Alessandro Morrone
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