L’elezione pontificia racchiude significati e tradizioni. Il termine conclave deriva dal latino “cum-clave” e si riferiva ad uno spazio riservato della casa, appunto “chiuso a chiave”. Nel linguaggio della Chiesa “viene usato per indicare sia il luogo chiuso dove avviene l’elezione dei Pontefice sia l’insieme del Collegio dei cardinali chiamati ad eleggere il nuovo Papa”, riferisce Vatican News. La cappella Paolina si trova nella prima loggia del palazzo apostolico vaticano, è chiusa al pubblico ed è al di fuori del percorso dei Musei Vaticani poiché da sempre viene considerata la cappella papale e della famiglia pontificia. È dalla cappella Paolina che parte la processione dei cardinali per raggiungere la cappella Sistina e chiudersi in conclave. E’ nella cappella Paolina che il Papa neoeletto, dopo il canto del Te Deum, si ferma a pregare prima di affacciarsi alla Loggia delle benedizioni della basilica vaticana. Una cappella, edificata da Papa Paolo III e dedicata ai santi Pietro e Paolo, considerata papale anche perché rappresenta la missione e il destino della chiesa universale. Al suo interno ci sono due grandi affreschi di Michelangelo Buonarroti, gli ultimi che realizzò, che raffigurano la conversione di San Paolo e la crocifissione di Pietro, il cui ultimo restauro si è concluso nel 2009 dopo 7 anni.
Elezione pontificia
La commissione a Michelangelo per la decorazione della nuova cappella, secondo gli storici, dovrebbe essere in contemporanea alla fine del Giudizio universale realizzato dall’artista nella cappella Sistina. A dividere la Cappella Paolina, detta parva (piccola), dalla Cappella Sistina, detta magna (grande), c’è la sala Regia lunga 40 metri. Nell’antichità, nella cappella Paolina si svolsero anche alcuni scrutini per l’elezione dei papi, mentre nel pomeriggio di lunedì 5 maggio, due giorni prima del conclave, vi giureranno gli officiali e gli addetti al Conclave, compresi i laici, come ad esempio medici, infermieri, addetti ai servizi della mensa, delle pulizie, degli ascensori e al trasporto dei cardinali dalla casa di Santa Marta al palazzo apostolico ed anche del personale della Guardia Svizzera che si occupa della sicurezza del conclave. Una macchina complessa ma pressochè infallibile messa a punto in secoli di storia e tradizione liturgica. Una votazione terrena che, per intercessione dello spirito santo, designerà il rappresentante di Cristo in terra. Dunque un atto normato da regole ferree e preceduto da una liturgia significativa.
Vincolo di segretezza
E’ il conclave che, per l’elezione del successore di Bergoglio, si aprirà il 7 maggio. Il numero massimo di cardinali elettori è stabilito in 120 anche se al momento gli aventi diritto al voto sono 135. Per tutti è fatto divieto di utilizzare qualsiasi dispositivo o mettersi in contatto con l’esterno in virtù del vincolo di riservatezza e segretezza, È solo al termine del giuramento – che si conclude con la frase “extra omnes” (fuori tutti) – che prende il via ufficialmente il conclave, con la chiusura a chiave della porta di accesso alla cappella Sistina e l’avvio delle operazioni di voto. Il 7 maggio, giorno dell’avvio del conclave, si terrà una sola votazione nel pomeriggio mentre nei giorni successivi saranno quattro in totale, due la mattina e due il pomeriggio. Una volta scritto il nome sulla scheda sotto la frase “Eligo in Summum Pontificem”, ogni singolo cardinale elettore si avvia verso l’altare con la scheda piegata e ben visibile. La adagia su un piatto d’argento poggiato su un’urna e poi la lascia scivolare all’interno. Una volta conclusa la sessione di voto, i primi due scrutatori aprono e leggono in silenzio il nome scritto sulla scheda, mentre il terzo pronuncia il nome. Le schede vengono forate e legate insieme, per essere poi bruciate all’interno della stufa. Nel caso di mancata elezione verrà aggiunta una miscela che colorerà il fumo di nero.
In caso contrario, invece, il decano si rivolge al candidato eletto per chiedergli se accetta o meno l’incarico e quale sarà il nome scelto, ma questo solo se il nome ha ottenuto i due terzi dei suffragi. Solo allora verranno bruciate le schede aggiungendo il colorante bianco che annuncerà dal comignolo della cappella Sistina l’elezione del nuovo Papa. Solo al termine si procede alla vestizione nella cosiddetta “stanza delle lacrime” nella sagrestia della cappella Sistina. Toccherà poi al cardinale protodiacono dare l’annuncio dell’elezione dalla loggia centrale della basilica di San Pietro, dalla quale successivamente si affaccerà il nuovo Papa per la benedizione Urbi et Orbi. Un ponte tra tradizione e futuro. La mattina del giorno fissato dalla Congregazione per l’inizio del Conclave (quindi il 7 maggio) si svolgerà la “Missa Pro Eligendo Romano Pontefice”. La celebrazione liturgica viene presieduta dal decano del collegio, Giovanni Battista Re, nella Basilica di San Pietro. Al rito partecipano sia i cardinali elettori, sia gli ultraottantenni senza diritto di voto. Tutti i cardinali possono concelebrare, al momento della Consacrazione solitamente si aggiungono il camerlengo, il primo dell’ordine dei vescovi, il protodiacono e il primo dell’ordine dei presbiteri.
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845