Sono 260 le unità immobiliari confiscate alla criminalità organizzata e assegnate al Comune di Milano, per un valore complessivo che sfiora i 28 milioni di euro. Si tratta perlopiù di appartamenti (136 unità), box (40 unità), locali commerciali (29 unità), magazzini (13 unità) e terreni (9). Solo nei primi nove mesi del 2024 sono state 20 le nuove acquisizioni. Lo comunica palazzo Marino. “Questo dimostra – dichiara l’assessore al Welfare e Salute Lamberto Bertolé – quanto sia radicato il fenomeno mafioso nei nostri territori e, allo stesso tempo, quanto importante ed efficace sia il lavoro di contrasto ed emersione”. In alcune di queste proprietà farà tappa il Festival dei Beni confiscati alle mafie la cui undicesima edizione si apre oggi con diversi appuntamenti al centro Sportivo Iseo, nella sede di Mamme a Scuola e in quella dell’associazione Il Balzo. Il codice antimafia del 2011 stabilisce che i comuni possano utilizzare i beni confiscati direttamente (come sede di servizi con finalità sociale, per esempio) o darli in concessione a titolo gratuito ad enti, associazioni, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali. Un ulteriore passo avanti rispetto alla legge Rognoni-La Torre che, nel 1982, introdusse per la prima volta nel Codice penale il reato di “associazione di tipo mafioso” e la conseguente previsione di misure patrimoniali applicabili all’accumulazione illecita di capitali. Il 7 marzo 1996 venne poi promulgata la legge n. 109 del 1996 che ha permesso l’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata per scopi sociali. Sono attualmente 138 le unità immobiliari date in concessione, attraverso un avviso pubblico, a enti del Terzo settore, ed è in corso una procedura che porterà a breve all’assegnazione di altri 40 spazi, tra appartamenti, negozi, terreni e pertinenze. “Nelle procedure di assegnazione dei nuovi spazi che sono in corso e che partiranno nei prossimi mesi – aggiunge l’assessore Bertolé – abbiamo scelto di indicare tra le destinazioni d’uso prioritarie quella residenziale, perché, consapevoli delle difficoltà che tante famiglie milanesi devono affrontare quotidianamente, vogliamo indirizzare tutte le risorse disponibili per mettere a disposizione soluzioni per le persone più fragili”. Sono invece 29 le unità gestite direttamente dalla Direzione Welfare e Salute del Comune per servizi e attività di tipo sociale, mentre 17 sono in gestione a MM come edilizia residenziale pubblica. La legge prevede inoltre che il Comune possa dare in locazione alcuni spazi – soprattutto quelli che hanno una vocazione più commerciale – per poi reinvestire le risorse ricavate sempre in progetti sociali. L’Amministrazione ha fatto questa scelta per 31 unità immobiliari. Gli spazi confiscati sono diffusi in tutti i Municipi cittadini, con una maggiore concentrazione nel Municipio 9 (53 unità), nel Municipio 3 (43 unità) e nel Municipio 2 (41 unità). Numeri importanti anche nel Municipio 5 (32 unità), nel Municipio 6 (27 unità), nel Municipio 8 (21 unità), nel Municipio 4 (17 unità) e nel Municipio 7 (16 unità). Il dato più basso è invece quello del Municipio 1 con 10 unità.
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