Entusiasmo e ritorni eccellenti. Ora puntare sull’economia
A 30 anni dalla sua fondazione Forza Italia ha celebrato, con il congresso di Roma, un reale cambiamento di pelle.
Da movimento fondato sulla comunicazione e sulla leadership assoluta di Silvio Berlusconi, a partito con conduzione più plurale e con l’obiettivo di raccogliere consensi più attraverso un radicamento territoriale che in forza di un leader carismatico.
D’altronde per primo il nuovo Segretario Antonio Tajani ha illustrato l’impossibilità di ripetere nello scenario politico italiano (e chissà per quanto tempo) figure con personalità, visione e esperienze imprenditoriali e politiche quali quella del Cavaliere.
E così, dopo 30 anni, inizia la nuova sfida. Al congresso si è respirato ottimismo perché Forza Italia non si è dissolta o divisa dopo la scomparsa del fondatore. Anzi viene data in buona salute dai sondaggi.
Molti esponenti che avevano lasciato FI sono tornati, il congresso ha mostrato che, a livello di amministrazioni locali, FI dispone di un ceto politico più esperto e capace nel governo.
La stessa figura equilibrata di Tajani, finita la sbornia da comunicazione “social” che ha premiato negli ultimi 10 anni prima Salvini e poi la Meloni, può rassicurare fette di elettorato di centro destra che preferiscono la stabilità alle promesse mirabolanti in momenti difficili .
La vera sfida per Forza Italia però sarà quella delle riforme liberali sull’economia, di una nuovo modello di servizi sociali e di una Europa utile e non burocratica.
Il Governo Meloni su questi temi non ha brillato, fra ministri che vogliono tassare gli affitti brevi, fissare i prezzi per decreto o addirittura acquistare Fiat/Stellantis. Peggio ancora sulle pensioni dove si inseguono le promesse di quota 103 ma non si rispetta il diritto alla rivalutazione. Ecco su questi temi FI dovrà portare il governo verso l’unica rotta possibile in tempi di vacche magre, cioè in un periodo in cui è difficile fare sconti fiscali o bonus a manetta: la ricetta liberale di non aumentare le tasse e di semplificare il fisco, le procedure per le assunzioni, e tutto ciò che consente di fare impresa.
Non sarà una sfida semplice, non sarà facile tradurre questo impegno in comunicazione efficace ma questo è lo spazio che FI deve occupare, ritornando a essere il naturale punto di riferimento delle categorie produttive.

Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.
Giusti i propositi liberali di attuare riforme sull’economia, di una nuovo e migliore modello di welfare e di una Europa direi finalmente reale e non burocratica, ma mi sarei astenuta dal criticare un Governo di cui – pur fra evidenti differenze con gli alleati – Forza Italia fa parte.
In quanto al nuovo assetto ciò che conterà saranno il livello e la capacità della classe dirigente, che agli occhi dell’opinione pubblica oggi e’ il vero problema dei Partiti , e Forza Italia – malgrado il momento favorevole – ne è altrettanto coinvolta.