Da anni, la città di Milano è teatro di una lotta contro un fenomeno sempre più diffuso e destabilizzante: l’occupazione abusiva di case. Ad aggiungersi alla lunga lista di denunciati per questo reato, si sono aggiunte anche le note rom borseggiatrici.
Tra i protagonisti di questa recente cronaca cupa, emerge il nome di Graziella Sulejmanovic, insieme a sua figlia RasenaDubovic, note non solo per le loro attività criminali, ma anche per la loro sfacciata arroganza nel sostenere il loro agire illegale. Questo ennesimo episodio, documentato da giornalisti di Fuori dal Coro, evidenzia un problema che va ben oltre il semplice atto delinquenziale.
Dai furti, alle aggressioni alle occupazioni abusive
Abbiamo conosciuto Graziella Sulejmanovic e sua figlia RasenaDubovic in metropolitana, intente a trovare la loro prossima vittima da borseggiare. E se queste attività criminali ci spaventavano, non immaginavamo cosa sarebbe successo dopo.
Non solo si dedicano al borseggio in metropolitana, sfruttando la folla e la confusione per compiere i loro misfatti, ma dimostrano anche un’inquietante propensione alla violenza. Le cronache cittadine sono disseminate di storie di aggressioni da parte di borseggiatori rom, sia verso cittadini comuni che verso volontari che cercano di sensibilizzare i passeggeri sul pericolo rappresentato da questi individui.
RasenaDubovic è stata arrestata nel mese di dicembre del 2023 per l’aggressione ai danni di un uomo di 83 anni nel suo appartamento, per rubare oggetti di valore. Ma la violenza non sarebbe finita qui.
L’occupazione della casa di Maurizio
Come racconta Serena Pizzi nel suo servizio per la trasmissione “Fuori dal coro”, tutto è partito con un annuncio su una nota piattaforma di prenotazione di affitti brevi. La richiesta di RasenaDubovic di restare solo una notte. L’accettazione di Maurizio, proprietario dell’appartamento, ignaro di ciò che sarebbe successo dopo.
Maurizio ha lavorato anni per poter acquistare e mantenere quella casa. La affitta per far quadrare le spese per sostentare la madre malata. Pensa di tornare a vivere con la compagna, Carmela, in quella casa, nei prossimi mesi. Ma qualcosa non va come prevedono.
Resena non rimane solo una notte. Chiede di alloggiare nell’appartamento un mese intero, in cambio di uno sconto. Maurizio, di buon cuore, accetta, ma la donna non se ne va. Pensa di tirare un sospiro di sollievo a dicembre, quando Resena viene arrestata. E invece, le chiavi passano dalla figlia alla madre.
Maurizio, cittadino onesto, ha visto la sua proprietà violata da persone senza scrupoli che, approfittando di un’iniziale transazione per un affitto breve, hanno successivamente rifiutato di lasciare l’immobile e di pagare quanto dovuto. Il fatto che la casa sia stata acquistata con i risparmi di una vita rende la situazione ancora più dolorosa e ingiusta.
Sembra che non valga nulla la denuncia per occupazione abusiva dell’immobile, tanto meno l’intervento dei giornalisti che vogliono spiegazioni da Graziella, la quale risponde solo con violenza, provando a investirli con la lussuosa Mercedes nera del compagno.
Quest’ultimo episodio è solo l’ultimo di una serie di dimostrazioni di aggressività. Il caso di Maurizio, il proprietario di casa vittima dell’occupazione abusiva da parte della famiglia di Graziella Sulejmanovic, è un esempio lampante di come questa situazione sia diventata insostenibile. Tuttavia, ciò che colpisce di più è l’inerzia dello Stato di fronte a una chiara violazione della legge. Nonostante le evidenze e le denunce per occupazione abusiva, le autorità sembrano restare inerti, lasciando i proprietari come Maurizio a confrontarsi da soli con questa situazione ingiusta e intimidatoria.
Lo Stato dov’è?
La vicenda di Maurizio è solo uno dei tanti casi simili che si verificano quotidianamente nella città. È ora che lo Stato intervenga in modo deciso e risoluto per proteggere i cittadini onesti e i loro diritti di proprietà. È necessario che vengano messe in atto misure concrete per contrastare non solo il fenomeno del borseggio, ma anche l’occupazione abusiva di case, che rappresenta un grave attacco alla sicurezza e alla stabilità della comunità.
Speriamo che storie come quella di Maurizio non siano più necessarie per scuotere le coscienze e spingere le istituzioni a agire. La sicurezza e la legalità devono prevalere, al di là di qualsiasi considerazione politica o ideologica.