Nel ‘70 Rusconi pubblicò la prima traduzione della conosciutissima saga de Il Signore degli Anelli, pubblicata tra ‘54 e ‘55. di Tolkien, capostipite della narrativa fantasy moderna. Introduceva prolissamente l’esoterista Zolla con l’interpretazione simbolica dello scontro tra moderni e antichi, tra progresso e tradizionalismo. Le mitologie medievale, norrena e nordeuropea di Tolkien, che tanto ricordavano il paganesimo evoliano vennero subito rifiutate dal gotha letterario, come favole reazionarie d’evasione. D’altronde in assoluto Tolkien non era stato accolto troppo bene sia per la difficoltà di inquadramento negli standard narrativi novecenteschi sia per il protagonismo dei mostri.
Oggi per i 50 anni dalla scomparsa dell’autore del Signore degli Anelli, è impressionante l’ondata di saggistica, di riedizioni e di pubblicazioni inedite inclusi gli epistolari. Si pensi ai ben 12 volumi di HoMe, (The History of Middle-earth), La storia della Terra di Mezzo a cura del terzo figlio di Tolkien. Ci sono il poema La storia di Kullervo di ispirazione finlandese del ’15, versioni più antiche di storie e personaggi già presenti (Il Silmarillion, miti di Valinor, abbandonati nel ‘37 in favore de Il Signore degli Anelli, la caduta del mondo di Númenor), poemi come il Cuivienyarna, il poema postumo La leggenda di Sigurd e Gudrún, Il Lai di Aotrou e Itroun che non riguarda la Terra di Mezzo ma nobili bretoni senza figli; il poema incompiuto La caduta di Artù (The Fall of Arthur), il saggio Lhammassulle lingue della Terra di Mezzo, il dizionario delle etimologie dei vocaboli elfici, scritti come La strada perduta; tutti mai pubblicati prima. In Italia sono arrivati 5 dei 12 volumi, il quinto volume è la Storia della Terra di Mezzo. La strada perduta e altri scritti(The Lost Road and Other Writings). Poi c’è il Tolkien pittore e fumettista e le migliaia di lettere dell’epistolario(Carpenter, The Letters of J.R.R. Tolkien).
In patria o meglio nell’anglosfera, J. R. R. è un caposaldo, uno strumento ormai psicanalitico utile a capire come mai sia tanto vasta tra i lettori la fuga nel Mondo altrove Secondario. La critica è impegnata a rapportare questo colosso con il resto della letteratura comparata (Simonson, Il Signore degli Anelli e la Tradizione Narrativa Occidentale).All’uopo, il noto giornalista del Tg2, Monti Buzzetti Colella, ha intrapreso una esplorazione del fantastico cercando assonanze e dissonanze tra Tolkien e Lovecraft (Alle origini del fantastico). Grandi mostri gli sono state dedicate, ad Oxford nel 2018, a Parigi nel 2020 e Milwaukee, Wisconsin nel 2022. Non c’è da stupirsi se la Galleria nazionale d’Arte Moderna abbia aperto la più grande mostra italiana dedicata, Uomo, professore, autore, ideata dal minCultura e l’Università di Oxford, organizzata da Nicosia e curata da Cilli, titolare di Eclettica, con un taglio attento alla vita privata ed al modus operandi dell’autore accademico. In Tolkien, come in Lovecraft ed in vasta parte della letteratura gotica moderna, il fantastico assume valore in quanto tale, il mondo altro ha una sua propria legittimità, se non superiorità, ed è inutile volerne trarre morali, giudizi, valore politico legati al mondo reale. Certo in quanto inglese, istintivamente Tolkien accosta i nemici della sua patria alle figure più malvagie. Ebbe occasione di identificare Hitler in Sauron, il signore oscuro degli anelli del potere, e sicuramente le masse di orchi ricordano gli slavi. Se si tratta di identificare gli Uomini come specie, gli inglesi indicano naturaliter se stessi.
Invece in Italia la mostra per i 50 anni dalla morte di Tolkien è stata interpretata, come detto dal sottosegretario alla Cultura Sgarbi, come un favore de (il ministro) Sangiuliano alla Meloni. Un favore perché la Meloni ricorda in Io sono Giorgia, il suo travestimento come l’hobbit Samvise Gamgee; e la sorella Arianna, dopo l’elezione Giorgia a premier, si definì come Sam con Frodo, Ti accompagnerò sul monte Fato a gettare quell’anello nel fuoco. In Italia Tolkien, interpretato alla Zolla, viene subito accostato ai campi hobbit del Fronte della Gioventù del ‘77 di Montesarchio, Benevento, alle riviste femminili come Eowyn, ai gruppi musicali come gli Amici del Vento e la Compagnia dell’Anello, al Croppi, allora dirigente giovanile missino, del Come Duce vogliamo il Signore degli Anelli, al De Turris, divulgatore evoliano, per cui il tetro regno di Mordor, brulicante di orchi, è simbolo evidente della Modernità, fusione di dittatura materialista orientale e di ipercapitalismo.
A sinistra (Pecere e Del Corso L’anello che non tiene) resta la condanna per Tolkien con il passato favoleggiato dei miti e dei re, senza sociale, proletariato e sindacati. Il giudizio resta, dopo tanti anni, alla destra non piace il mondo di oggi, da cui ci sentiamo esclusi. Con una bella capriola si dice che i personaggi tolkieniani veramente importanti non sono eroi ma quelli neutri, come Barbalbero, accusando Tolkien di mistificare strumentalmente sé stesso. Con questo metro di valore ogni appassionato di lettere antiche è un passatista. Non si capisce poi l’apprezzamento per il realismo magico sudamericano, altrettanto mitologico e antico, dipenderà dall’assenza di yankee.
Il capostipite della narrativa fantasy moderna creò un’opera letteraria senza posizione sugli eventi storici, ma valorizzante immaginario, tradizioni e simbologie antichissime, dividendo il bene della tradizione e di valori spirituali dal male della modernità e dei valori materiali. Naturale che attraesse gli spiriti conservatori. La stessa, nouvelle droite, del filosofo de Benoist, antimodernista, anticapitalista, nazionalista, omogeneista culturale europea, teorizzata mescolando contenuti destri e sinistri, importata in Italia da Tarchi, sembrò nei ’70 aver trovato una propria letteratura divulgativa di riferimento, fuori da McLuhan e Marcuse. 50 anni dopo il Secolo d’Italia chiama tutti a raccolta per Un tè con Tolkien. Un pomeriggio politico. E la destra prese i posti migliori con la Terranova, Croppi, la Rauti, De Turris, Amorese, la Sabatini, Rampelli, Sangiuliano, Giordano, Mollicone per omaggiare Frodo, Bilbo Baggins, Gandalf, Elfi, Uomini e Nani. I percorsi si sono diversificati, le opinioni sono cambiate, il dibattito è lontano anni luce da quel che era, non c’è più un copyright politico. E Tolkien è solo un grande scrittore per chi non ha la testa dura.
Alla kermesse Più libri più liberi, piuttosto che parlare di Tolkien e Lovecraft Alle origini del fantastico, la redazione ha preferito pubblicizzare i draghi, spade e magia degli Scrittori fantastici con lo statunitense Paolini. Ti pareva.

Studi tra Bologna, Firenze e Mosca. Già attore negli ’80, giornalista dal 1990, blogger dal 2005. Consulente UE dal 1997. Sindacalista della comunicazione, già membro della commissione sociale Ces e del tavolo Cultura Digitale dell’Agid. Creatore della newsletter Contratt@innovazione dal 2010. Direttore di varie testate cartacee e on line politiche e sindacali. Ha scritto Former Russians (in russo), Letture Nansen di San Pietroburgo 2008, Dal telelavoro al Lavoro mobile, Uil 2011, Digital RenzAkt, Leolibri 2016, Renzaurazione 2018, Smartati, Goware 2020,Covid e angoscia, Solfanelli 2021.