Il fatto: nel giro di un mese e mezzo, tra il primo agosto e il 15 settembre scorsi, alla targa di una vettura sono state associate ben 654 multe da 75 euro l’una perché il proprietario del veicolo, titolare di una società di noleggio con conducente, si è dimenticato di rinnovare il pass biennale, scaduto il 31 luglio. E ora il quarantaduenne italo-pakistano Arif Shahid Muhammad si ritrova con quasi 50mila euro da pagare. Ogni volta, infatti che quella berlina passava sotto una delle telecamere a guardia di preferenziali e zone a traffico limitato, l’occhio elettronico ne immortalava impietosamente gli ingressi non autorizzati.
“Ho aperto la mia azienda nel 2016 e ho due dipendenti – racconta al Giorno –. Sono stato lontano dall’Italia per diversi mesi per assistere mia madre malata in Pakistan e non mi sono ricordato che il pass aveva validità fino al 31 luglio e che dovevo contattare il Comune per rinnovarlo”. Naturalmente, gli autisti hanno continuato a utilizzare l’auto “scudettata”, convinti che non fosse cambiato nulla; e di conseguenza hanno infilato una lunghissima serie di infrazioni, tutte uguali. Fino a quando sono iniziate ad arrivare i primi verbali “Non so proprio come fare”, e lancia un appello a Palazzo Marino: “Spero che si riesca a trovare una soluzione: è impossibile per me affrontare una spesa del genere”.
Informa il quotidiano “L’associazione di categoria degli ncc ci sta provando su più fronti, a cominciare dalla battaglia legale che presto si chiuderà con un verdetto delle Sezioni Unite della Cassazione. “Bisogna dare la possibilità al multato di rendersi conto del comportamento non corretto, non inondarlo di verbali: le punizioni più dure dovrebbero scattare solo se uno continuasse scientemente a violare la legge”. Una sorta di “multa di avviso”, altrimenti “viene meno il senso della sanzione e si trasforma il cittadino in un bancomat”. E poi c’è l’altro aspetto, quello legato al periodico rinnovo dei pass: “Noi siamo autorizzati dallo Stato, non dal Comune – chiosa Artusa –. Quindi, non dobbiamo dimostrare agli enti locali che siamo legittimati a circolare in determinate aree”.
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