Joseph Di Pasquale: «Non basta piantare un albero per dirsi green. Salviamo i parchi Sempione, Montanelli e Delle Basiliche»
Le sue idee fanno giustizia del finto green da salotto tanto caro a Sala. Intervistato da Libero dichiara che l’ambientalismo a Milano è più apparenza che sostanza “Ci sono degli aspetti che lasciano perplessi, come per esempio la pratica di lucrare indulgenze ambientali ed espiare quindi peccati cementizi anche solo dichiarando che si pianteranno un certo numero di alberi da qualche parte, magari anche sopra l’edificio da realizzarsi. Ma tutto ciò non è verificabile. Inoltre e pieno di fantomatici certificatori che danno la qualifica di green alle facciate. Il traffico delle indulgenze qualche tempo fa in Europa ha provocato lo scisma luterano, un terremoto politico e culturale che divide ancora oggi il nord frugale dal sud vitale del nostro continente…. Il greenwashing è ormai una pratica sintomatica della superficialità imbarazzante che caratterizza il dibattito pubblico nella nostra città, in Italia e purtroppo anche oltre. Grazie al greenwashing, operazioni di dubbia qualità nel settore immobiliare, ma anche in altri settori ovviamente, si rifanno l’immagine aggiungendo qualcosa di verde. E’ un lavaggio culturale…Sintomo di un provincialismo sempre più endemico nel nostro paese. Forse anziché scimmiottare il mondo anglosassone ripetendo a pappagallo le loro terminologie, faremmo bene ad imparare dalle loro azioni per capire quanto ipocriti, superficiali e in fondo non veritiere siano molte delle grandi iniziative “verdi” legate a idee e progetti per la città o in realtà di sostanza ce n’ è molto poca. Insomma, sotto il vestito verde…. niente!»
Un’analisi dei parchi di Milano «Guardi, io passeggio molto per Milano. E sfido chiunque ad andare ai Giardini di Porta Venezia dopo un acquazzone: senza stivaloni di gomma se ne esce fradici come delle mondine nella stagione della raccolta. Pieni di fango e melma. Possiamo parlare anche del Parco delle Basiliche o dello stesso parco Sempione: mancano manutenzione e cura. Chi e mai stato anche solo una volta all’Hyde Park di Londra o al Central Park di New York capisce che i nostri parchi sono in uno stato che definire di abbandono è dire poco…Noi soffriamo dell’italica disaffezione verso la manutenzione. Siamo bravi a inaugurare ma non a mantenere. Per questo faccio mia la proposta di istituire un corso di laurea in ingegneria della manutenzione. Tutti i corsi di ingegneria sono per costruire ma ora serve dare un segnale culturale. Non bisogna più rimanere alla superficie»
Però a Milano abbiamo il Bosco Verticale e lo stesso Boeri ha proposto di piantare alberi persino sugli spalti del Meazza… «Far crescere una quercia al ventesimo piano o sulla copertura di uno stadio non ha senso perchè va contro natura. Si parla molto, e giustamente, di rispetto della natura ma lassù come vivono gli alberi? Diventa difficile mantenerli. Il verde, poi, esiste se puoi frequentarlo ed è ovvio che gli alberi del Bosco Verticale non li vive nessuno ma servono solo per l’immagine. Questo però è molto in sintonia coi tempi: la gente non approfondisce, legge solo i titoli o al massimo i sottotitoli. Perciò dico: più parchi da vivere e meno boschi verticali».
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