La nostra michetta

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Dopo aver mangiato il pane nero o raffermo per tanto tempo, durante il periodo della guerra, quando nel 1946 andai ad abitare in una bella casa senza crepe, senza le macerie per strada, per tutti noi iniziava una vita nuova. Mia mamma cercava di arrangiarsi come poteva per cucinare qualcosa senza spendere troppo. Mia sorella ed io avevamo sofferto la fame per un lungo periodo, come pure tanta altra povera gente, Quando sulla tavola apparve per la prima volta il pane bianco, a forma di rosetta, ero incantata. Noi milanesi la chiamavamo “michetta”. Andare dal panettiere a comperare il pane era un incarico tutto mio. Mia mamma aveva cucito una borsa di tela bianca apposta per metterci il pane. Una volta tutta la spesa si faceva con la nostra borsa. Non ti davano i sacchetti, niente confezioni di plastica. Il fruttivendolo al massimo ii incartava nel giornale la verdura. Poi c’era la carta gialla del macellaio per la carne e la carta blu per lo zucchero.

Ecco in tavola le nostre belle rosette. Che buone! All’interno erano vuote e croccanti. Bisognava fare economia anche sul pane. Non dovevamo sprecarlo e non avanzare nemmeno una briciola. Quando arrivava il momento della merenda, le prime volte mia mamma bagnava appena appena il pane e poi ci metteva lo zucchero così attaccava meglio. Quando poteva ci spalmava un filo di burro, ed era più buono. Dopo che mio padre trovò lavoro e mia mamma si arrangiava un po’ come sarta, nella michetta comparvero delle fettine di lardo. Mia sorella ed io la mangiavamo piano per farla durare. Ed ecco che un giorno dal salumiere mia mamma comperò un etto di mortadella detta anche Bologna, perché era un prodotto tipico della zona di Bologna. La michetta con la mortadella per me era la più gustosa merenda al mondo! La portavo a scuola per l’intervallo, ne portavo più di una se andavo a qualche gita, Non c’era niente di meglio di una bella michetta imbottita con la Bologna.

Gli anni sono passati, Milano ha cambiato faccia, abitudini. I milanesi si sono mescolati con altra gente, altre culture. Dal Prestiné appaiono forme diverse di pane: la ruota pugliese, il pane al latte, i bastoncini francesi, il pane arabo……la michetta ormai è passata un po’ in secondo piano. Alcuni panettieri non la fanno nemmeno più! Però quanta nostalgia per quel panino a forma di rosetta, era buono anche vuota, senza dentro niente! Nostalgia per un passato fatto di cose semplici, povere….i nostri genitori ci hanno insegnato che il pane va rispettato, perché è il primo alimento che abbiamo avuto dopo anni di privazioni. Ancora adesso a tanti sofisticati pranzi io preferisco volentieri una michetta con la Bologna!

di Rosanna Bandirali

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