Il comparto immobiliare vola nelle vendite e nelle locazioni, anche autonomo nell’ascesa dei costi e ora nella scelta dei possibili clienti. E appare anacronistico per una città “aperta”, antirazzista, accogliente che compaia un annuncio immobiliare, pubblicato su una delle più importanti pagine Facebook dedicate alla ricerca di stanze singole e appartamenti in affitto nella città di Milano, così impostato “La figura che cerchiamo: possibilmente di genere maschile (per equilibrio, ma si potrà ovviamente valutare in base alla persona), possibilmente del nord, 30 anni e lavoratore». Cioè no alle donne, no ai meridionali, praticamente. E non oso pensare quale chiusura venga operata con gli immigrati. Andare a cercare chi emargina, chi è razzista non è uno sport di ricerca tra fascisti e similari, quando sopravvivono pregiudizi così aberranti. Ma, si sa, il mercato immobiliare è trainante, valorizzato al massimo da questo sindaco e non lo si può criticare perché fa parte di uno sviluppo tanto caro a questa amministrazione. Ma l’annuncio e, non è il primo, narra il desiderio di un’evoluzione elitaria e bigotta.
Per chi arriva a Milano è letteralmente impossibile trovare in affitto un monolocale di pochi metri quadrati a meno di 800 euro. Almeno duecento euro in più, specie se in zona centrale o nei pressi di una delle tante fermate della metro, per i bilocali. Proibitivi, infine, il costo per i trilocali, per i quali è necessario sborsare almeno 1200 euro mensili, a cui vanno aggiunti i costi per le spese condominiali che, a Milano, possono raggiungere anche i 100 euro al mese.
Leggermente meglio le cose in periferia. Nella prima “cintura esterna” di Milano – Settimo Milanese, Rho, Cesano Boscone, Corsico, Rozzano e Sesto San Giovanni, solo per citarne alcuni – il costo per un monolocale si aggira intorno ai 550 euro, mentre per i bilocali si sale ad almeno 650 euro. Ed infatti la stragrande maggioranza dei meridionali arrivati a Milano in cerca di lavoro hanno, negli anni, trovato sistemazione proprio nei comuni confinanti con Milano, creando delle vere e proprie “colonie” – come a Rozzano o a Cesano Boscone – popolate da centinaia di famiglie napoletane, calabresi o siciliane.
Anche questa è la disparità usata a Milano.

Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano