Draghi al Colle sarebbe un delitto

Attualità

Innanzitutto non è giuridica e dipende in grande parte dalla consuetudine. Perché, a leggere letteralmente il testo Costituzionale, il PdR può effettivamente nominare i ministri. Questo non significa affatto che si debba attenere alla sola parte notarile. Può esprimere dei veti. E quei veti sono efficaci. Solo che un potere di veto del genere in democrazia dovrebbe essere bilanciato in qualche modo. Ma il bilanciamento manca. Il Presidente può tranquillamente rifiutare la nomina a tempo indeterminato e l’unica arma sarebbe un processo per alto tradimento. Ovviamente questa cosa non ha senso.

Non ce ne siamo mai accorti perché per 60 anni gli inquilini del Colle più alto non hanno sentito l’esigenza di esercitare questo potere. Ma ora quella porta è aperta. E chi vuole Mario Draghi al Quirinale la vuole abbattere, creando un Presidenzialismo senza vincoli, con un Presidente arbitro dei destini del Governo e in grado di rendere l’azione legislativa assurdamente lunga. Il Presidenzialismo, invece, vive proprio dei limiti imposti a un potere esecutivo che non può coprire qualsiasi cosa, dal CSM all’Esercito. Ecco, Draghi per compiere la sua missione, se messo al Quirinale, dovrebbe esondare dall’alveo costituzionale. Non esiste altro modo.

Soprattutto ora, che abbiamo decine di riforme da fare per ottenere i soldi chiesti. La sede adatta, invece, è Palazzo Chigi. Al Quirinale ci vuole un politico. E un nome, se le forze politiche non rifuggiranno le proprie responsabilità nascondendosi dietro il civismo, c’è. È l’unico nome ed è ampiamente gradito. È Silvio Berlusconi. Se ne facciano una ragione Travaglio e compagni. O salviamo la costituzione con Silvio Presidente, o diverremo una monarchia.

 

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