In congedo e smart working da Milano a Casargo: ”Qui non ci manca nulla”

Milano

La loro non è una storia da “mollo tutto e vado a vivere sui monti”, ma per alcuni aspetti ci si avvicina. Quella che avrebbe dovuto essere una soluzione temporanea, infatti, si è trasformata per loro in un’esperienza a lungo termine, che probabilmente avrà una fine, ma non prima che l’emergenza sanitaria sia terminata, o quasi. Certo è che Casargo è diventato davvero “casa” per Vera e Martin, oltre che naturalmente per la loro bimba: i due giovani genitori hanno infatti deciso di lasciare il loro appartamento alle porte di Milano per trascorrere il periodo pandemico nel paesino dell’Alta Valsassina, dove si erano “rifugiati” nel 2020 durante il congedo di maternità della donna, forse senza immaginare che vi sarebbero rimasti tanto a lungo.

“Ci siamo appoggiati alla seconda casa di mia mamma, dove eravamo soliti venire anche prima, nei week-end: sul finire dell’anno, poi, abbiamo deciso di vendere la nostra abitazione in provincia di Milano, che era diventata troppo piccola per tre persone, stabilendo la residenza a Casargo” ci ha spiegato Vera. “Martin ha sempre lavorato in smart working, cosa che ho iniziato a fare anche io una volta concluso il congedo di maternità: avrebbe dovuto essere una soluzione temporanea, legata alla pandemia, che però si è rivelata una bellissima esperienza. Qui la qualità della vita è molto alta: siamo immersi nella natura, circondati da enormi spazi all’aria aperta e da paesaggi stupendi, l’ambiente ideale per trascorrere giornate tranquille e crescere la nostra bambina. Il cibo è ottimo (parlare di “chilometro zero” forse non rende neanche l’idea…) ed è facile intrecciare relazioni con la comunità. Qui tutti si conoscono e si chiamano per nome senza problemi: ormai Martin è diventato “amico” del fruttivendolo, del macellaio, del parrucchiere… Sono piccole cose, ma difficili da trovare alle porte delle grandi città”.
Nonostante la “quota”, Casargo è stato promosso a pieni voti dalla coppia anche sul fronte dei servizi e della connettività, due aspetti spesso collegati al tema dello spopolamento dei centri collinari e montani. “Soltanto per fare un esempio, qualche giorno fa ho organizzato un meeting su Zoom con più di novanta partecipanti, senza avere nessun tipo di problema di rete” ha proseguito Vera. “Anche per i servizi non ho mai riscontrato particolari mancanze, anzi: una volta sono andata all’ASL di Introbio e ho concluso una pratica in dieci minuti, una cosa forse inimmaginabile dalle nostre parti; recentemente, poi, ho avuto bisogno di assistenza per il computer, risolvendo in poco tempo grazie ad alcune conoscenze in paese. Certo, forse qui ci sono meno opportunità rispetto a Milano – e penso per esempio all’offerta culturale, a cinema e teatri – che però magari potremmo trovare anche soltanto a Lecco, senza andare troppo lontano. La Valsassina non è un ambiente isolato dal resto del territorio, in più il senso della nostra esperienza va commisurato alla situazione che stiamo vivendo a causa del Covid: c’è da dire che in questi mesi di chiusure – e peraltro con una bimba piccola – io e Martin non avremmo potuto fare niente di particolare neanche in città, quindi questa scelta si è rivelata davvero vincente”.
Casargo, dunque, resterà sempre un luogo di riferimento per i tre componenti della giovane famiglia, anche quando, forse in un futuro non troppo lontano, le esigenze lavorative di Vera li riporteranno nel capoluogo lombardo. “Appena possibile scapperemo da Milano per rifugiarci qui, come abbiamo sempre fatto: è davvero un bel posto in cui vivere”.

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